Infermieri dall’India all’Italia, la mossa del ministro Schillaci: “Serve colmare le carenze”. In tanti sono emigrati perché all’estero si guadagna molto di più

Infermieri dall'India all'Italia per fronteggiare e risolvere la carenza di personale. La proposta arriva dal ministro della Salute.

Infermieri dall’India all’Italia, la mossa del ministro Schillaci: “Serve colmare le carenze”. In tanti sono emigrati perché all’estero si guadagna molto di più

Infermieri dall’India all’Italia: è questa la mossa del ministro della Salute Orazio Schillaci per fronteggiare la carenza di personale in campo sanitario. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata una forte emigrazione, soprattutto per l’aspetto economico.

Infermieri dall’India all’Italia, la mossa del ministro Schillaci: “Serve colmare le carenze”

Il ministro della Sanità Orazio Schillaci ha fatto un annuncio sulla mancanza di infermieri in Italia. La strategia del ministro è di importare infermieri dall’India in Italia. “Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Piano è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità”. Così, in un’intervista a la Repubblica, il ministro della Sanità  sulla possibilità di cambiare qualcosa della missione sanità del Pnrr.

Sulla carenza del personale dice: “Gli infermieri mancano in tutta Europa. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all’India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”. Per i medici, invece, “la loro carenza è diversa. E’ mirata, nel senso che riguarda alcune specializzazioni che non sono attrattive, come il pronto soccorso. Abbiamo inserito in un Decreto, il 34, misure per rendere quel lavoro più remunerativo e meno pesante”.

Inoltre, per il ministro ci saranno dei cambiamenti nella sanità e spiega che “il Covid ha messo in evidenza le luci e le ombre del nostro sistema. Le prime sono stati i professionisti, le seconde la medicina del territorio. E’ questa che manca, una rete al servizio del cittadino. Dobbiamo quindi fare una riforma puntando su medici di famiglia, farmacie di servizio, medicina territoriale e innovazione tecnologica. Spesso si parla dell’affollamento dei pronto soccorso, ma quello c’è perchè mancano alternative sul territorio. E c’è un aspetto su cui punto molto: la digitalizzazione. La considero una svolta. E’ anche uno strumento per superare tante diseguaglianze non solo tra Nord e Sud ma anche tra grandi città e piccoli centri. Spero intanto che a breve il fascicolo sanitario elettronico faciliti le cose per i pazienti. Intanto abbiamo prorogato la ricetta elettronica ma grandi cambiamenti ci attendono grazie alla possibilità di monitorare i pazienti a casa con la telemedicina. Così in ospedale ci andrà solo chi ne ha veramente bisogno”.

In tanti sono emigrati perché all’estero si guadagna molto di più

Tuttavia, quella del ministro sarà una bella sfida visto che negli ultimi 20 anni circa, si è registrata una forte emigrazioni di infermieri verso l’estero. Tra il 2000 e il 2021, dicono i dati Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, si sono spostati all’estero circa 47 mila infermieri.

Il motivo di scegliere altri lidi esteri, è l’aspetto economico, molto più interessante rispetto all’Italia. Secondo i dati in nostro possesso in Italia la media per un infermiere che lavora nel settore pubblico (nel Servizio Sanitario Nazionale) si attesta tra i 23.000 e i 29.00 euro annui, quindi dai 1600 ai 2400 euro netti. Mentre, ad esempio, in Svizzera, al contrario, lo stipendio annuo è di 62.000 euro, pari a oltre 5.000 lordi al mese.