L’Italia a un passo dalla zona arancione. Il Governo deciderà giovedì quali misure adottare. Speranza: “Situazione non semplice, serve attenzione”

Da oggi Marche, Liguria e provincia autonoma di Trento passano in zona gialla. Rasi: "Se la omicron buca completamente il vaccino siamo di fronte a un nuovo virus".

L’Italia a un passo dalla zona arancione. Il Governo deciderà giovedì quali misure adottare. Speranza: “Situazione non semplice, serve attenzione”

L’Italia ben presto potrebbe ritrovarsi in zona arancione a causa, soprattutto, dell’aumento dei ricoveri e dell’avanzata della nuova variante Omicron. Ne è convinto il microbiologo e consulente scientifico per la campagna vaccinale, Guido Rasi, che a Mezz’ora in più ha detto: “Temo che siamo vicini alle zone arancione. In effetti sta continuando a salire l’occupazione dei posti ospedalieri quindi ci stiamo avvicinando, non c’è dubbio”.

“Bisogna capire – ha aggiunto il consulente del commissario Figliuolo – se è l’avanzare della Delta o altro. La gente ha capito che il prima è più importante del quale. E’ importante quando fare il vaccino, non quale. E’ importante farlo subito, non aspettare, mentre è irrilevante quale vaccino fare. La macchina vaccinale è ben rodata, i vaccini ci sono, ma è una corsa contro il tempo”.

Per Rasi il Green Pass “certifica lo status di una persona e ci permette di avere un rischio più o meno calcolabile di quante persone si possono infettare e quali altri misure deve prendere in questa situazione”. “Se Omicron non risponde ai vaccini? Se viene fuori che è l’unica variante che circola e non risponde ai vaccini – ha aggiunto l’esperto – è chiaro che il Green Pass non è più valido. Purtroppo non è bianco o nero, oggi il green pass ha la validità che abbiamo detto, tra 15 giorni può averla di meno e tra un mese può essere ripensato. Se la omicron buca completamente il vaccino siamo di fronte a un nuovo virus. Siamo quindi in presenza della pandemia B, se ci siamo salvati e ci ributtiamo dalla barca non è detto che ci risalviamo, dovremo fare cose per salvarci una seconda volta. Con una variante completamente diversa le cose possono cambiare”.

Speranza: “Situazione non semplice, serve attenzione”

“C’è una situazione non semplice a livello europeo e a livello italiano, anche se i nostri dati sono ancora di gran lunga migliori di altri paesi europei” ha detto, invece, a Che tempo che fa il ministro della Salute, Roberto Speranza. “La situazione – ha aggiunto – è un pò migliore, ma c’è una crescita significativa e costante in queste settimane e se continua così può rischiare di mettere in difficoltà le strutture sanitarie. Abbiamo già preso alcune misure come prorogare lo stato di emergenza e i controlli per chi arriva dall’estero”.

“In Olanda e Danimarca – ha detto ancora Speranza – molto preoccupati dalla variante Omicron, da noi non è ancora significativamente diffusa. Domani (oggi, ndr) però faremo un’ulteriore verifica sulle varianti nel nostro paese, la cosiddetta flash survey, una fotografia su campioni presi domani, poi vedremo la curva nei due giorni seguenti e giovedì ci sarà un incontro con gli scienziati per valutare la situazione. Chiediamo uno sforzo in più ai nostri concittadini nelle misure comportamentali”.

“I primi dati che ci sono arrivati non sono stabili – ha proseguito il ministro della Salute -, ma ci dicono che la terza dose ci consente di avere un livello di protezione molto significativo. Il governo farà la sua parte, ma il mio invito è prenotarsi e farla al più presto, è lo scudo migliore. Oggi abbiamo un vantaggio: la Omicron non è ancora molto diffusa da noi. La variante è dominante in Europa e non ci illudiamo che non arrivi in Italia, ma è importante rallentarne l’arrivo”.

“Oltre 52mila bambini vaccinati in due giorni, e dentro questa quota di vaccinati tra i 5 e gli 11 anni c’erano anche i miei figli, che hanno avuto la prima dose – ha spiegato Speranza -. E’ stato anche un momento di festa, in un ambiente accogliente. Il Servizio Sanitario Nazionale si sta dimostrando all’altezza anche di questa sfida. Da padre, non da ministro, ho parlato con il pediatra. I nostri pediatri sono preparati e bravi. Non lasciamo questa materia così delicata ai social, al bar dello sport, alle battute e ai litigi negli studi televisivi”.

Veneto, Marche, Liguria e provincia autonoma di Trento passano in zona gialla.

Dopo i recenti dati sulla quarta ondata, col trend dei contagi in continua crescita, era solo questione di tempo per vedere l’Italia tingersi di giallo. Proprio quello che succederà da oggi, visto che il ministro della Salute nei giorni scorsiha firmato l’ordinanza con cui si sancisce il passaggio per Marche, Liguria, Veneto e Provincia Autonoma di Trento in zona gialla (leggi l’articolo).

Un provvedimento per il quale nessuno può dirsi sorpreso tanto che il governatore del Veneto, Luca Zaia, nella tarda mattinata aveva addirittura deciso di giocare d’anticipo. Per questo aveva firmato una specifica ordinanza che anticiperà di fatto le misure previste per la zona gialla. Dalla mezzanotte di oggi, per decisione del governatore, in tutto il Veneto ci sarà l’obbligo dell’uso della mascherina anche all’aperto.

L’allarme della Cabina di regia

Secondo i dati emersi dalla cabina di regia (qui il focus), forniti dall’Istituto Superiore di Sanità guidato da Silvio Brusaferro, l’incidenza settimanale a livello nazionale è in netto aumento: 241 per 100.000 abitanti (10/12/2021 -16/12/2021) rispetto a 176 per 100mila abitanti (03/12/2021-09/12/2021). Nel periodo 24 novembre – 7 dicembre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,13. Si tratta di un dato leggermente in diminuzione rispetto alla settimana precedente ma al di sopra della soglia epidemica.

È stabile, ma ancora sopra la soglia epidemica, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (1,09 al 7 dicembre contro 1,07 al 29 novembre). Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 9,6% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 16 dicembre) contro l’8,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 09 dicembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 12,1% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 16 dicembre) rispetto al 10,6% del 9 dicembre.

Una Regione/PA è classificata a rischio alto, 18 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, tre Regioni/PPAA sono ad alta probabilità di progressione a rischio, mentre per una Regione non è stato possibile valutare la progressione. Due Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso. Inoltre, 13 Regioni/PPAA riportano un’allerta di resilienza. Una Regione/PA riporta molteplici allerte di resilienza. In forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (42.675 contro 37.278 della settimana precedente).

La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (31% contro 34% la scorsa settimana). È in aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (43% contro 40%). Stabile, invece, la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (26%).

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