La Meloni snobbata al G20 di Bali

Lo scontro con la Francia sui migranti presenta il conto. Al G20 Nessun bilaterale in programma tra i Meloni e i leader europei.

Prima dell’arrivo di Giorgia Meloni al G20 di Bali, per quello che è il suo vero debutto sulla scena mondiale, dopo la prova generale della Cop27 di Sharm el-Sheikh, il Capo dello Stato prova a mettere una toppa. Il governo di destra-centro ha litigato sui migranti con mezza Europa.

Lo scontro con la Francia sui migranti presenta il conto. Al G20 Nessun bilaterale in programma tra i Meloni e i leader europei

Allo sdegno di Parigi per il comportamento dell’Italia, con il recente tira e molla sugli sbarchi dalle Ong, si sono uniti quello di Berlino e quello di Madrid. Uno scontro dai toni aspri che ha richiesto appunto l’intervento di Sergio Mattarella.

Il Presidente della Repubblica – si legge in una nota congiunta pubblicata in simultanea sui siti dell’Eliseo e del Quirinale – ha avuto con il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, un colloquio telefonico (che in realtà risale a sabato scorso ma è stato reso noto solo ieri) nel corso del quale entrambi hanno affermato la grande importanza della relazione tra i due Paesi e hanno condiviso la necessità che vengano poste in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Unione europea.

La nota dei presidenti – viene spiegato dal Quirinale – non entra volutamente nei dettagli della conversazione e non entra nel merito dei dossier bilaterali aperti e, soprattutto, non indica interventi o soluzioni. Come, ad esempio, si comporterà il governo quando la prossima nave di una Ong chiederà l’attracco in un porto italiano.

“Valuteremo caso per caso”, si limita ad osservare il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Fondamentale sarà capire se la premier si smarcherà dalle posizioni rigide del suo vicepremier e ministro Matteo Salvini e del numero uno dell’Interno, Matteo Piantedosi. Anche perché un altro esponente di peso, cioè la seconda carica dello Stato, il meloniano presidente del Senato Ignazio La Russa è intervenuto con una dichiarazione non proprio soft.

“Credo che l’opera del presidente Mattarella sia sempre utile, ma credo anche – ha aggiunto – che la fermezza del nostro governo possa e debba essere condivisa”. Il capo dello Stato insomma ha congelato la situazione, ha siglato una tregua: ora spetta al governo fare i passi successivi, in una direzione o nell’altra. E il governo dovrà ponderare molto bene i prossimi passi dal momento che rischia di trovarsi ancora più isolato di quello che è adesso.

Anche se i collaboratori stretti della premier fugano questi timori e sostengono che l’Italia sia tutt’altro che ai margini nello scacchiere internazionale. E, a riprova di tale fatto, snocciolano accanto all’agenda ufficiale del G20, tutta concentrata a tamponare l’impatto della guerra in Ucraina sugli approvvigionamenti energetici e la crisi alimentare che ha innescato, la fitta agenda di incontri e bilaterali con cui la premier chiuderà il suo primo tour internazionale.

Joe Biden, prima di tutto, ma anche il presidente cinese Xi Jinping e quello turco Recep Tayyip Erdogan. E ancora: il primo ministro canadese, Justin Trudeau, quello giapponese, Fumio Kishida, l’indiano, Narendra Modi, il presidente della Repubblica di Indonesia, Joko Widodo. Con lei in delegazione a Bali ci sono anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che avrà a sua volta una serie di bilaterali, e il fidatissimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari.

Ma a dare la misura dell’isolamento sono i bilaterali che non ci saranno. Non è previsto, al momento, nessun incontro con i leader europei, né con Olaf Scholz e Pedro Sanchez né con Macron. Lo scontro sui migranti inevitabilmente pesa. Anche se nelle stesse ore Tajani, che si trova a Bruxelles per il Consiglio Affari esteri, nega tensioni con i partner europei. Con la collega francese – dice- “i toni sono stati positivi”.

L’Italia “ha posto il problema della migrazione, è un problema europeo, non di Italia e Francia. Ho ribadito che per noi il problema va affrontato a livello comunitario”, ribadisce il numero uno della Farnesina che chiede un piano Marshall per l’Africa con un investimento di almeno 100 miliardi e ufficializza la richiesta del nostro Paese di convocare un vertice sui migranti a livello di ministri degli Esteri e degli Interni.

Ma l’Ue intanto risponde picche e replica che nell’obbligo di salvare le vite in mare “non c’è differenza tra le navi delle Ong o le altre navi: è un obbligo chiaro e inequivocabile”, e “a prescindere dalle circostanze” e che l’Italia è la prima beneficiaria del meccanismo di solidarietà volontario messo sul tavolo dall’Europa. Non certo una risposta aperturista al governo Meloni che punta invece a nuove norme che limitino l’azione delle navi umanitarie. Ma se Parigi non riesce ad accordarsi con l’Italia sui migranti riesce a farlo con Londra.

Francia e Gran Bretagna ieri hanno firmato un accordo con cui provano a blindare la Manica e a impedire le traversate della disperazione, quelle che quest’anno hanno visto protagonisti un numero record di 40.000 migranti che da Calais tentano, con mezzi di fortuna, di raggiungere le coste inglesi.

Nel biennio 2022-2023, in cambio di 72,2 milioni di euro, la Francia aumenterà da 800 a 900 il numero dei poliziotti e dei gendarmi sulle spiagge francesi da cui salpano i migranti, spesso con canotti di fortuna. Ma sulla gestione del fenomeno dei migranti da parte di Parigi arrivano le pesanti accuse della Caritas. Un gruppo di donne e minori, sorpresi in Francia, è stato rimandato al di qua del confine a Ventimiglia. “E la cosa grave – è l’accusa della Caritas – è che i francesi lo fanno spesso”.

 

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