La Meloni va all’incasso. Ok al premierato barattato con l’Autonomia

Salvini mantiene il patto con la premier Meloni. Via libera della Commissione al testo base ddl Casellati sul premierato.

La Meloni va all’incasso. Ok al premierato barattato con l’Autonomia

Lo scambio nella maggioranza tra coloro che volevano l’autonomia differenziata (Lega in primis) e quelli che vogliono il premieranno (Fratelli d’Italia) corre veloce. È passato un solo giorno dalla votazione alla Camera dell’autonomia differenziata e ieri con 11 voti favorevoli e 9 contrari, la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato la proposta di adottare come testo base il disegno di legge di iniziativa del governo sul premierato, che prevede l’introduzione in Costituzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio.

Salvini mantiene il patto con la premier Meloni. Via libera della Commissione al testo base ddl Casellati sul premierato

Abbinato al testo del governo c’era la proposta di Matteo Renzi sul cosiddetto “sindaco d’Italia”, che con l’adozione del ddl Casellati come testo base quindi decade. Slitta inoltre dal 29 gennaio al 5 febbraio il termine per la presentazione degli emendamenti. Al termine della discussione generale, in commissione è intervenuta il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati, che ha ribadito come la riforma non tocchi i poteri del capo dello Stato e ha bollato il “barattellum” – ovvero l’accusa fatta dalle opposizioni di un “baratto” tra la riforma dell’autonomia e quella del premierato- come uno “slogan improprio e spiacevole”.

Un voto, quello della Commissione, che arriva proprio all’indomani del primo ok da parte dell’aula di Palazzo Madama al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. “L’Italia con il voto di ieri porta a casa uno sfregio che può essere cancellato solo se questa riforma sarà bloccata alla Camera. Se no promuoveremo il referendum. Purtroppo questa maggioranza, che non lo è politicamente nel Paese, ma lo è numericamente in Parlamento, ha anteposto gli interessi di Salvini e di Giorgia Meloni a quelli italiani”: così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia ai microfoni di Radio Napoli Centrale.

“La Lega ha in mano un feticcio, vuoto. La Meloni invece vuole esercitare il comando attraverso una riforma costituzionale disastrosa. L’autonomia differenziata di Calderoli è un gran pasticcio che, se attuato, creerebbe 15 staterelli e provocherebbe ulteriori divaricazioni. Stanno smontando il Paese. Questa riforma, e quella del premierato, indeboliscono l’unità nazionale. La destra ha un disegno chiaro: colpire i pilastri dell’intelaiatura della nostra Repubblica. L’autonomia differenziata, portandoci di fatto verso un centralismo regionalistico, di fatto umilia le altre autonomie locali e le regioni diventano ulteriori centri di potere. La Lega scambia l’efficienza amministrativa con il possesso delle risorse. Il simbolo di quanto successo ieri è la bandiera di San Marco da una parte e il tricolore dall’altra. La destra – conclude Boccia – sta trasformando le diversità territoriali in diseguaglianze”. La maggioranza ha però già fatto sapere che, alla luce di un confronto interno alle forze che sostengono l’esecutivo, il ddl Casellati subirà importanti modifiche attraverso emendamenti a firma di tutti i gruppi di maggioranza.

La Lega potrà offrire lo Spacca-Italia ai suoi elettori in vista delle Europee e FdI il sogno dei pieni poteri

Tra i cambiamenti in vista: via la norma anti-ribaltone (che riguarda la previsione della norma sul cosiddetto ‘secondo premier’ o premier ‘di riserva’ in caso di sfiducia al presidente eletto; soglia di maggioranza (il 55%) da inserire non in Costituzione ma nella successiva legge elettorale. Non si esclude anche di inserire un tetto ai mandati. Le modifiche di maggioranza saranno concordate definitivamente in un nuovo vertice in Senato assieme ai capigruppo, ai componenti della commissione Affari costituzionali e al governo. La maggioranza ha la pancia piena. La Lega ha ottenuto il suo federalismo (ancora da puntellare) da rivendere ai suoi elettori in vista delle europee e Giorgia Meloni ha potuto soddisfare la ciclica tracotanza del premier di turno che sogna i pieni poteri.

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