Una mozione di sfiducia, si dice spesso in politica, rischia di rafforzare chi la subisce. Chi, quasi sempre, riesce a compattare la propria maggioranza e farsi sostenere rilanciando così la propria azione e il proprio ruolo. Ma per Ursula von der Leyen il rischio è che le cose non vadano così bene il 10 luglio, quando l’Aula dell’Europarlamento sarà chiamata a votare la mozione di censura nei confronti della presidente della Commissione.
La plenaria di Strasburgo voterà giovedì prossimo la mozione di censura che è stata depositata nei confronti della Commissione. A darne annuncio è stata la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, durante la conferenza dei presidenti. Il dibattito, secondo quanto previsto dall’articolo 131 del Regolamento, si svolgerà lunedì con la votazione il giovedì.
In questo caso, in realtà, von der Leyen dovrebbe stare abbastanza tranquilla, considerando che il punto su cui si vota non dovrebbe trovare convergenze nella sua attuale maggioranza. Ma la resa dei conti sarebbe solo rinviata, sempre che non arrivi qualche franco tiratore già giovedì 10. Perché, in effetti, i numeri per la presidente sono stati risicati al momento del suo bis e lo scontento è ormai diffuso.
Sfiducia a von der Leyen, perché la resa dei conti può essere rinviata
Questa mozione, comunque, sembra destinata a fallire per due motivi. Innanzitutto perché a presentarla è stato l’europarlamentare bulgaro di Ecr, Gheorge Piperea: difficilmente la maggioranza che sostiene von der Leyen vuole votare con i gruppi di estrema destra, per quanto i Conservatori siano in parte stati riabilitati negli ultimi mesi dal Ppe.
C’è poi una questione non tanto di forma, quanto di contenuto. La mozione viene presentata per protestare contro il caso Pfizergate, su cui comunque non sembrano intenzionati a schierarsi i partiti che attualmente sostengono von der Leyen. Le firme raggiunte dalla mozione sono state 72, ma per ora nessun gruppo l’ha sottoscritta. Quindi è improbabile che si raggiunga la maggioranza dei due terzi dei voti, necessaria per regolamento, per l’approvazione. Anche se potrebbe arrivare un consenso più ampio del previsto, che rappresenterebbe comunque un importante segnale politico.
I più critici verso von der Leyen in questo momento sono i Socialisti. Che, però, assicurano che non voteranno a favore della mozione: “Noi, come sapete bene, non votiamo mai con l’estrema destra. Magari dovreste fare la stessa domanda ai Popolari che spesso lo fanno”, afferma la presidente del gruppo, Iratxe Garcia Perez. Oggi, poi, si è tenuto un bilaterale tra von der Leyen e la presidente del gruppo dei Liberali di Renew, Valerie Hayer: l’obiettivo era chiarire le tensioni interne alla maggioranza soprattutto dopo il ritiro della direttiva Green claims su richiesta di Ppe ed Ecr.
In ogni caso, che la mozione venga approvata il 10 luglio sembra improbabile. Ma che la resa dei conti venga rinviata non è invece da escludere. Per esempio se ne potrebbe riparlare a settembre, quando la presidente terrà il consueto discorso sullo Stato dell’Unione. Lì potrebbero emergere ulteriori richieste di chiarimenti. E di sicuro Socialisti e Liberali sono in attesa di chiarimenti per continuare a sostenere l’esecutivo comunitario. Von der Leyen, quindi, dorme sonni tranquilli probabilmente. Ma solo per l’estate.