La risposta dell’Ue all’emergenza migranti: coordinamento in Libia, norme restrittive sulle Ong e 500 esperti in rimpatri. Ma l’Europa bacchetta ancora l’Italia sugli hotspot

La risposta dell'Ue all'emergenza migranti: coordinamento in Libia, norme sulle Ong e 500 esperti in rimpatri. Ma l'Europa bacchetta l'Italia sugli hotspot

Libia, redistribuzione di rifugiati, rimpatri dei migranti economici, prevenzione delle migrazioni con interventi nei Paesi di origine. ll piano di azione a sostegno dell’Italia deciso ieri dalla Commissione prevede diversi livelli di intervento e di accelerazione, sulla base di misure già decise nei mesi scorsi. Ci sono compiti per la Commissione e le agenzie Ue, gli Stati e l’Italia. L’intento è quello di “ridurre la pressione” e “aumentare la solidarietà”. Tra le misure, che costituiranno la base per le discussioni nel Consiglio Giustizia e Affari Interni informale che si terrà a Tallinn, in Estonia, c’è la disponibilità di una squadra di reazione rapida di oltre 500 esperti in rimpatri della Guardia Costiera e di Frontiera Europea, “pronta ad essere dispiegata alla richiesta dell’Italia” e l’aumento dei fondi destinati alla gestione delle migrazioni, con 35 milioni di euro addizionali pronti ad essere smobilizzati “immediatamente”.

All’Italia si chiede di attuare rapidamente la legge Minniti creando ulteriori hotspot per la registrazione e migliorando le capacità di detenzione. La Commissione Ue sollecita poi anche gli Stati membri a contribuire maggiormente al Fondo per l’Africa, mobilitando ulteriori 200 milioni e garantendo un finanziamento analogo per il 2018 e oltre da parte del bilancio Ue e degli Stati, per completare il contributo da 2,6 miliardi di euro dal budget europeo in linea con l’impegno preso alla Valletta nel novembre 2015. All’Italia Bruxelles chiede di accelerare sui rimpatri, applicando procedure veloci e avvalendosi dei motivi di inammissibilità. Si raccomanda inoltre di elaborare un elenco nazionale di paesi di origine sicuri, emettendo decisioni di rimpatrio in contemporanea con quelle sull’asilo, valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza, ed evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo.

C’è poi la questione sbarchi: sulla richiesta italiana di condividere con altri Paesi lo sbarco nei porti dalle navi delle ong cariche di migranti (non accolta da Francia e Spagna) il vicepresidente della commissione Timmermans ha detto di sostenere pienamente lo sforzo in corso dell’Italia “ma abbiamo anche altri 27 Stati membri che forse hanno delle altre idee: vedremo giovedì alla riunione dei ministri dell’Interno che cosa possiamo fare: io ho piena fiducia nei piani di Minniti”.

Infine il capitolo Ong dopo mille polemiche. L’Italia dovrebbe preparare, in consultazione con la Commissione, e sulla base di un dialogo con le organizzazioni non governative, un codice di condotta per le ong che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Si legge nel Piano d’azione della Commissione Ue per alleviare la pressione migratoria sull’Italia. “Il codice di condotta servirà a fare chiarezza e ad evitare gli equivoci”, spiega il vicepresidente vicario della Commissione Ue Frans Timmermans, dicendosi convinto che le ong sono guidate “dal loro impulso umanitario”.