La Tv e i suoi protagonisti visti da Klaus Davi. Il Dritto e rovescio dei fatti. Boom per il programma di Del Debbio. È il talk politico più seguito su Mediaset

La Tv e i suoi protagonisti visti da Klaus Davi. Il Dritto e rovescio dei fatti. Boom per il programma di Del Debbio. È il talk politico più seguito su Mediaset

Il talk show di Paolo Del Debbio si chiama Dritto e rovescio. Un titolo che forse non voleva indicare per forza la necessità di mostrare i fatti da diversi punti di vista, ma che piuttosto si poneva come obiettivo la volontà di dare una versione differente della realtà televisiva odierna rispetto ai talk mainstream e politically correct. La famosa Italia che non ha voce, la piccola e media impresa, le partite Iva, i commercianti, gli artigiani ma anche gli operai, i pensionati o i semplici nullatenenti. Una sorta di rifugio per quella maggioranza che non vuole più essere silenziosa e desidera far sentire alta la propria voce.

Il solco linguistico e narrativo del programma è quello di Santoro, ovviamente completamente rivisto e molto più contemporaneo, anche e soprattutto alla luce degli eventi più recenti legati alla crisi da Covid-19. In più, rispetto alle trasmissioni ‘santoriane’, Del Debbio ci mette il suo piatto forte, ovvero le inchieste all’inizio del programma, in cui lo stesso conduttore si cala nella parte di inviato scendendo per strada e confrontandosi con la gente, con il popolo. Appena ce n’è stata occasione, il giornalista toscano non ha esitato a intrufolarsi nei mercati rionali, nei negozi che resistono nonostante tutto, per tastare il polso della comunità.

Questa è una cosa che nemmeno Santoro ha mai fatto e neanche i suoi numerosi emuli. Ma è un aspetto che ormai rappresenta un marchio di fabbrica di Dritto e rovescio e contribuisce a rendere il format estremamente credibile, giustificando anche qualche eccesso, peraltro spesso inevitabile per la natura stessa del talk, che i dibattiti susseguenti con i vari ospiti provocano. Il famoso “conduttore unico di riferimento”, termine coniato da Giuliano Ferrara, qui non c’è perché Del Debbio condivide il percorso della sua stessa audience raccontandolo dal vivo in mezzo ai cittadini, utilizzando una dialettica il più possibile comprensibile e vicina alle persone.

Sul piano degli ascolti i risultati sono ottimi e, soprattutto, non hanno risentito del cambio di clima politico nel Paese. Il “draghismo” non ha né inficiato né scalfito lo zoccolo duro del programma, anzi. Del Debbio, pur essendo tutt’altro che estremista, si candida a interpretare l’Italia dissenziente a cui fornirà sempre una voce importante e con l’avanzare del governo Draghi inevitabilmente si solidificherà. A quanto pare, quindi, l’esperimento è riuscito, proprio come gli successe con la precedente esperienza di Quinta Colonna: trasformando il format ideato da Salvo Sottile in un talk strettamente politico, l’anchorman lucchese lo fece diventare un rilevante successo per Rete 4 in termini di audience.

Passando ai meri numeri, secondo OmnicomMediaGroup, la nuova edizione di Dritto e rovescio, partita lo scorso 10 settembre, si è finora mantenuta su una media di circa 1,2 milioni di telespettatori con uno share del 6,2%, confermandosi il talk politico più seguito di Mediaset. Rispetto al periodo omologo dello scorso anno, gli ascolti del programma risultano stabili, senza rilevanti variazioni né in termini di audience né in termini di share.

Da segnalare che in questo 2021 è stato abbattuto anche il muro del 7% di share, staccando in più occasioni i concorrenti diretti nella stessa fascia oraria: non male vista la collocazione in un giorno della settimana in cui le top generaliste si sfidano a colpi di fiction di grande successo, vedi soprattutto Che Dio ci aiuti che monopolizza l’audience del prime time del giovedì. Guardando invece al profilo della trasmissione, sempre secondo OmnicomMediaGroup, notiamo una quota femminile superiore rispetto a quella maschile (54% vs 46%) con l’85% del pubblico over 45. In termini di share, le regioni con ascolti superiori alla media del programma risultano essere la Calabria, la Sardegna e le Marche, a differenza di regioni quali Sicilia, Campania e Lazio dove si registrano ascolti inferiori rispetto alla media, sempre per quel che riguarda lo share.