Chi scrive conosce Lilli Gruber dal lontanissimo 1988, sono quindi passati oltre 30 anni. Allora era già uno dei punti di riferimento del Tg2 ed era attiva in un gruppo sindacale dal nome “Gruppo di Fiesole”, fondato da Giuseppe Giulietti e in cui militavano firme come Sandra Bonsanti, Stefano Marcelli, Bruno Gambacorta e altri giornalisti televisivi e della carta stampata che si sono poi affermati. Nel corso degli anni, grazie al suo lavoro di inviata in Austria, in Germania, dove ha raccontato il crollo del Muro, ma anche nelle zone di guerra dell’ex Jugoslavia e in Iraq, Lilli è diventata un caposaldo anche per la stampa internazionale. Al punto che la tv tedesca ProSieben nel 1996 le affidò un approfondimento settimanale dal titolo Focus Tv seguito da un talk show nel ’98 su Swf.
Testarda, ostinata, da sempre impegnata socialmente e per le donne, è nota per il suo rigore e per la sua pignoleria, fattori apprezzati anche dai tanti che hanno avuto modo di lavorare con lei. La sua esperienza politica al Parlamento Europeo ne ha consolidato un’ottima immagine internazionale ed è stimata da molti politici europei. Ai tempi della Rai l’irreprensibilità etica piuttosto rigida della giornalista altoatesina era talmente nota e proverbiale che provocò un articolo di Enzo Biagi negli anni ‘90 che commentò, in una delle sue rubriche, la sua partecipazione al programma Harem, condotto dall’insostituibile Catherine Spaak. In quella puntata Lilli ribadì che per nessuna ragione al mondo avrebbe ceduto alle lusinghe della pubblicità e proprio questo suo rigore catturò l’attenzione di Biagi.
Ora dal 2008 conduce Otto e mezzo, programma di approfondimento giornalistico in onda su La7 dal marzo 2002 nella fascia dell’access prime time. Con questa avventura la rossa bolzanina ha raccolto un’eredità non facile, in primo luogo per il passaggio alla conduzione in solitaria nel settembre 2009; secondariamente, per il peso non indifferente dei conduttori che l’avevano preceduta, con figure come Gad Lerner, Luciano Ferrara, Luca Sofri, Barbara Palombelli, Ritanna Armeni e altri. Otto e mezzo è uno spazio che garantisce ottimi riscontri in termini di ascolti ma anche di immagine, con un mix di assoluto rilievo tra ospiti di livello nazionale e internazionale e giornalisti o esperti sempre credibili. Momento assolutamente insostituibile è Il punto di Paolo Pagliaro che fornisce una lettura precisa e puntuale dello scenario politico da un punto di vista mai banale e scontato. Anche i battibecchi con qualche ospite fanno parte del gioco, come quelli più recenti con Salvini, la Meloni o Di Battista: con gli anni la padrona di casa li ha saputi condire di ironia e battute spesso taglienti ma mai volgari, come ad esempio le famose rose che si sarebbe aspettata da Salvini.
E la formula di Lilli funziona, dal punto di vista del pubblico che recepisce una visione a 360° della situazione socio-politica del momento, ma anche per quanto riguarda gli ascolti. Secondo infatti OmnicomMediaGroup, nel periodo ottobre-dicembre 2020 il programma raggiunge, in media, 2,1 milioni di telespettatori circa (share 7,6%), in netta crescita rispetto all’omologo del 2019 sia in termini di audience (+23%) che in termini di share (quasi 1 punto percentuale), consolidandosi come il talk più seguito nella fascia dell’access prime time. Sorprendente è che la quota femminile risulti superiore, anche se di poco, rispetto a quella maschile (51% vs 49%), dato più unico che raro nell’informazione televisiva a carattere prettamente politico: questo in virtù del fatto che la conduttrice ha conquistato col tempo un forte consenso presso le donne, che percepiscono in lei un’alleata e una paladina. L’86% circa del pubblico ha più di 45 anni.
A livello territoriale, gli share maggiori si registrano al Centro-Nord (Emilia-Romagna, Toscana e Veneto). Particolarmente rilevante risulta, sempre in termini di share, la presenza di laureati rispetto alla media del programma (16,1% di share per i laureati vs 7,6% del programma). Insomma Otto e mezzo è per La7 un brand ormai consolidato e influente, tra i pilatri insostituibili della rete di Cairo: merito della conduttrice e della sua squadra, che negli anni hanno reso la macchina perfetta sotto tutti i punti di vista.