Fatture anche dopo la cessazione del servizio, l’Antitrust stanga le compagnie telefoniche

L'Antitrust stanga le compagnie telefoniche per lo scandalo delle fatture anche dopo il cambio di operatore

Fatture anche dopo la cessazione del servizio, l’Antitrust stanga le compagnie telefoniche

L’Antitrust ha sanzionato le società Vodafone per 400mila euro, WindTre per 300mila euro, Telecom per 200mila euro e Fastweb per 100mila euro. “Le istruttorie dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – si legge in una nota – hanno consentito di accertare i comportamenti illegittimi dei quattro operatori telefonici nella gestione delle cessazioni delle utenze di telefonia fissa e mobile, anche nell’ipotesi di migrazione verso un altro operatore”.

“In particolare, sono emerse criticità nella gestione delle procedure interne delle cessazioni delle utenze, che hanno dato origine – a partire almeno da gennaio 2020 – a situazioni di fatturazioni post-recesso o, in caso di migrazione, di doppia fatturazione a carico dell’utente, a cui è stato richiesto illegittimamente di saldare le fatture sia del nuovo sia del precedente operatore”.

Il verdetto dell’Antitrust

Secondo l’Autorità, “la illegittima prosecuzione della fatturazione – dopo la richiesta di cessazione del servizio – è riconducibile ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società, rispetto ai quali le stesse, anche se in misura diversa, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo. Le quattro compagnie telefoniche sono state diffidate dal continuare ad attuare la pratica scorretta ed entro 90 giorni dovranno comunicare all’Autorità le iniziative adottate a tal fine”.

Il parere del Codacons

Le sanzioni inflitte dall’Antitrust a Vodafone, Wind, Telecom e Fastweb sono del tutto irrisorie e hanno come unica conseguenza quella di “fare il solletico” ai colossi della telefonia. Lo afferma il Codacons, commentando le multe dell’Autorità alle 4 società telefoniche per irregolarità nella gestione delle cessazioni delle utenze di telefonia fissa e mobile.

“Da tempo il Codacons denuncia all’Antitrust le pratiche scorrette messe in campo dai gestori verso gli utenti che cambiano operatore e continuano a ricevere fatture per servizi non fruiti, oppure richieste di pagamento che arrivano per utenze cessate da tempo – spiega il presidente Gianluca Di Ascenzo – Pratiche che spingono i consumatori a pagare le fatture anche se illegittime, nel timore di subire ripercussioni e per evitare di incorrere in controversie legali, e che arricchiscono le tasche delle società telefoniche”.

“Il vero problema, tuttavia, è che l’entità irrisoria delle sanzioni applicabili all’Antitrust spinge le compagnie telefoniche ad inserire in bilancio le multe dell’Autorità come ordinario “rischio di impresa”, nella consapevolezza che le pratiche scorrette porteranno loro incassi superiori al valore delle sanzioni” – conclude Di Ascenzo.