Lavoratori in nero e sfruttati. Irregolari sette imprese su dieci. I dati Inl

Oltre il 62% delle 62.710 imprese controllate nel 2021 dall'Ispettorato nazionale del lavoro è risultato irregolare.

Lavoratori in nero e sfruttati. Irregolari sette imprese su dieci. I dati Inl

Lavoratori “in nero”, senza contratti, assicurazioni e condizioni minime di sicurezza. Viene fuori di tutto dalla relazione dell’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) per il 2021. Oltre il 62% delle 62.710 imprese visitate è risultato irregolare, ma se si considerano i controlli effettuati globalmente insieme a Inps e Inail, pari a 84.679, la percentuale delle realtà produttive con irregolarità sale al 69%.

Oltre il 62% delle 62.710 imprese controllate nel 2021 dall’Ispettorato nazionale del lavoro è risultato irregolare

I controlli, che sono aumentati del 9,7%, secondo l’istituto diretto da Bruno Giordano, hanno riscontrato le maggiori irregolarità nei settori dell’edilizia e del terziario, dove i problemi si concentrano nelle attività ricettive, ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese.

Per il direttore dell’Ispettorato, “il tema del lavoro sommerso, della sicurezza e delle tutele del lavoro costituisce il principale campo di attività dell’Istituto, che ha portato a una diminuzione del lavoro sommerso dell’8 % in presenza dell’incremento dell’attività ispettiva. Più ispezioni, meno lavoro nero. Meno lavoro nero, meno concorrenza sleale”, ha sottolineato Giordano.

La presenza di lavoratori occupati “in nero” costituisce circa il 26% (pari a 15.150 soggetti) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati dall’Inl, e nel rapporto tra il numero occupati “in nero” e quello delle ispezioni con esito irregolare, “le percentuali più elevate a livello regionale sono state rilevate in Campania (60 addetti “in nero” per 100 controlli con esito irregolare), seguita da Toscana (52%) e Calabria (48%).

Si conferma, inoltre, “la tendenza a una diminuzione generale del lavoro sommerso per le donne, determinando una riduzione della quota femminile che dal 40% del 2019 passa al 30% del 2021, e si assiste conseguentemente ad una crescita della quota maschile di lavoro “in nero”, che va dal 60% del 2019 al 70% nel 2021”. In più, “su 3.971 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, 3641 sono per lavoratori “in nero”, e 330 per violazioni sulla salute e sicurezza”.

Tra le tante azioni di vigilanza e di polizia giudiziaria svolte nel 2021, è stata evidenziata quella svolta a Milano congiuntamente a Nucleo ispezioni lavoro dei Carabinieri, Inps e Inail “nei confronti di quattro società di gestione delle attività di consegna a domicilio: sono state assicurate ai 60.000 riders delle società ispezionate le tutele previste per i lavoratori subordinati, sotto il profilo retributivo, previdenziale e di salute e sicurezza”.