Le mani della camorra nei dvd pirata

di Alessandro Banfo

Milioni di cd e dvd vergini sequestrati, truffa all’Erario per oltre 250 milioni di euro e sedici persone finite in manette. Sono questi gli ingredienti della maxi operazione ‘Virgin’ delle Fiamme Gialle di Napoli, scattata all’alba di ieri nel capoluogo campano ma con blitz e perquisizioni in tutta la penisola. Nel mirino dei finanzieri sono finiti i gruppi camorristici che gestiscono cd e dvd contraffatti e riforniscono il materiale illegale nelle principali città italiane. Ma a finire in manette non sono state solo persone legate alla malavita organizzata.

Scandalo Verbatim
Il caso è particolarmente rilevante perché le ordinanze di custodia cautelare sono scattate anche per esponenti di vertice ed ex della Verbatim Italia, l’azienda giapponese leader nella produzione dei supporti di archiviazione informatici e delle memorie di massa.
Sono stati così fermati il rappresentante legale Marco Balducci, all’epoca dei fatti responsabile amministrativo dell’azienda, l’ex amministratore delegato licenziato nel 2012 Mauro Santi e per il responsabile vendite Sud Europa Matteo Locatelli, all’epoca responsabile vendite Italia. Ordinanza di custodia cautelare in carcere, invece, per Luciano e Francesco Meoni, due imprenditori toscani impegnati nella grande distribuzione e nel commercio all’ingrosso di supporti informatici.

Le perquisizioni
L’operazione ha visto arresti e perquisizioni in Toscana, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia. Nel super blitz, avvenuto poche ore prima dell’alba, i finanzieri hanno anche sequestrato 164 conti correnti, 126 tra obbligazioni, fondi d’investimento, titoli e cassette di sicurezza, 56 auto e moto di lusso, uno yacht e 71 immobili e terreni. Nel tesoretto anche 500mila euro in contanti, somma che veniva utilizzata per i pagamenti in nero. Sequestrata anche una montagna di cd e dvd vergini: ben 23 milioni di articoli. Un carico immenso, che potrebbe riempire camion su camion e che fruttava moltissimi introiti alla organizzazione che vedeva insieme boss e i cosiddetti colletti bianchi. Una conferma viene dal fatto che visti i forti guadagni i clan avevano adottato strategie piuttosto complesse.

L’organizzazione criminale
Secondo l’indagine, l’organizzazione criminale si sarebbe servita di una rete molto articolata di intermediari. In pratica i supporti venivano importati dall’estero evadendo completamente le tasse. Come? Presto detto. Si utilizzavano false triangolazioni tramite società situate in paradisi fiscali o in altri Paesi Ue con tassazione agevolata. Per essere più precisi si tratta di paesi come Svizzera, Isole del Canale, Austria, San Marino e Slovenia. Un traffico di pirateria digitale che ha portato all’Erario un danno di oltre 250 milioni di euro.
Il calcolo è presto fatto. Dai primi accertamenti è stata confermata l’evasione di diritti Siae (e quindi allo Stato) di 26 centesimi di euro per ogni cd e 50 centesimi di euro per ogni dvd, per un totale di oltre 156 milioni di euro ed imposte per altri 96 milioni. Totale: 250 milioni circa.

Le intercettazioni
L’inchiesta ha preso piede fino al blitz finale di ieri grazie a diverse intercettazioni telefoniche e ambientali. Non sono mancati poi pedinamenti ed esame di documenti per comprendere in maniera limpida il canale di approvvigionamento dei supporti. Prima le Fiamme gialle hanno focalizzato la propria attenzione sui clan camorristici specializzati nella pirateria audiovisiva Poi hanno spostato il mirino su aziende italiane ed estere che importavano grandi quantità di cd e dvd vergini. Articoli che erano destinati sia alla criminalità napoletana, sia al mercato legale per non destare troppi sospetti. Queste società erano però solo strutture fantasma, prive di sede reale o contabilità che producevano fatture assolutamente false. La merce ordinata, milioni di dvd e i quasi superati compact disc, veniva infine portata in Italia con documenti di trasporto falsi in totale evasione d’imposta.