L’Europa finirà come la Torre di Babele

di Marco Castoro

Gianluigi Paragone, perché questa campagna elettorale è così sottotono?
“Perché i politici italiani non sanno un cazzo d’Europa. E tutte le volte che devono parlare d’Europa ricorrono alla più comune retorica, roba da temini di terza media. Sono rimasti all’Europa dell’Erasmus. A cominciare da Renzi che è il primo che sull’argomento non capisce un cazzo. Se lo si interroga sul fiscal compact o sul fondo salva Stati e altre cose tecniche che di fatto vanno a stravolgere le casse dello Stato italiano si scopre che abbiamo un leader che di queste cose non sa nulla. Non viene alla Gabbia perché sa che verrebbe interrogato su queste cose. Tutte le volte che parla di Europa è di una profonda ignoranza. Sembra un ragazzino di terza media che fa il temino. Lui come tutti gli altri politici”.
Quindi nessuno parla dei temi di Bruxelles?
“Sull’Europa il malcontento generale è alto. Se prima la gente si era ubriacata ora si è accorta della fregatura. Una percezione diffusissima è che ci sia qualcosa che non torni. Ma nessuno sa spiegare che cosa va o non va. E quindi il dibattito non decolla perché fa acqua da tutte le parti. La sfida si trasforma in Renzi contro Grillo. L’unica cosa che in Italia si riesce a capire. Con lo schema a binario la campagna elettorale funziona. Si perde quando entra nelle pieghe delle discussioni. Mentre in passato le campagne elettorali erano un referendum con o contro Berlusconi, oggi è una partita tra due uomini. Non è un pro o contro Renzi perché Renzi non è così forte, nonostante lui si creda il più figo del Bigonzo ma non lo è. Più passa il tempo è più il premier è destinato a indebolirsi. Soprattutto col tipo di campagna elettorale che ha fatto, quella delle scadenze. Perché si deve rispondere con i fatti se vuoi una politica veloce”.
Quale dato di affluenza si può prevedere?
“Mi auguro che l’astensione sia altissima”.
Andrà a votare?
“No. Non vado a votare perché non riconoscono il Parlamento europeo. Secondo me è una grande puttanata”.
Perché l’appeal dei politici in tv è ai minimi storici?
“Perché sono inflazionati e consumati. I talk tv ci sono, quindi li devi invitare per forza. Alcuni sono troppi acerbi, altri fradici”.
La gente è infuriata…
“Sì, perché al di là dei fallimenti che sono evidenti, dai politici senti solo delle frasi fatte e imbarazzanti. Su qualsiasi argomento. Dall’inchieste Expo all’Europa. Se li interroghi sulle modalità cadono perché non sanno niente”.
Ma perché non si preparano?
“Perché anche il Parlamento italiano ormai è svuotato. Si ragiona o si esulta sull’abolizione del Senato o delle Province ma qui abbiamo già abolito i governi. Hanno un potere ridotto rispetto alle direttive che arrivano dall’Ue. I parlamenti nazionali sono bloccati dai decreti legge o dalla fiducia. Quindi non hai bisogno di prepararti perché non devi prendere decisioni impegnative su un tema, segui il partito. Anche se studiassi una cosa e ti fai un’idea poi non sai dove svilupparla perché i luoghi per dibattere sono stati esautorati dai meccanismi europei”.
Quindi l’Ue ha portato più burocrazia?
“L’Europa ha depotenziato la democrazia nei singoli paesi. Non ci siamo accorti che non abbiamo più neanche una grande autonomia parlamentare e neanche nei governi. Il grande disegno europeista è svuotare gli Stati nazionali, dei quali rimane solo l’involucro. Alla fine sarà come la torre di Babele, che crolla perché non parli la stessa lingua, le economie e le culture sono diverse. Viaggia solo la finanza, perché l’unica vera globalizzazione non è quella delle merci ma quella del capitale.
Inutile chiedersi a ogni tragedia in mare quale sia il ruolo dell’Europa. Perché l’Europa non ha mai fatto politica. A Geithner, quando ha parlato del complotto, da Bruxelles è stato risposto che si doveva salvare l’euro. Quindi per la moneta l’Europa entra nelle politiche nazionali ma per salvare le economie dei paesi e le vite umane non fa nulla. L’unica cosa che conta è la moneta”.
Uscire o no all’euro?
“L’Euro non è utile a nulla. La moneta è troppo forte sui mercati e finisce in tasca a un continente che non è a un Paese. Non può essere guidata politicamente da ciascun a nazione perché non c’è un dipartimento del Tesoro che la utilizzi. Hai una moneta forte ma hai un’Europa che non esiste. La moneta è pilotata da Draghi. La scelta migliore l’ha fatta l’Inghilterra: condividi il progetto ma ti tieni la tua moneta. Hai un ministero economico che gestisce la moneta in funzione delle politiche del tuo paese. Quindi per concludere io sono per un ritorno alle monete nazionali. Non si può fare? Allora l’euro devi spenderlo. Deve circolare tanta moneta. Soprattutto nei momenti di crisi. E se aumenta l’inflazione non è una bestemmia. In America e in Giappone non è un problema. Draghi sta creando moneta che però non viene immessa nell’economia reale ma nei circuiti bancari, i quali però non la rimettano in circuito. In pratica la Bce assume il ruolo di pusher dell’economia finanziaria. Distribuisce una droga che favorisce gli speculatori in Borsa, quindi si può definire quanto meno come una strana emissione di liquidità”.
Chi vincerà le elezioni?
“Renzi deve staccare almeno di 8-10 punti Grillo. Ma se lo stacca al di sotto dei 5 punti è come se avesse perso”.