L’ombra dei brogli “renziani”

di Carmine Gazzanni

Un voto ogni 27 secondi: nemmeno il tempo per mangiare un boccone, prendere una boccata d’aria o fumare una sigaretta. Probabilmente, nemmeno il tempo per stringere la mano e ringraziare. Eppure questi sono i numeri che ha fatto registrare il Pd domenica scorsa alle primarie per eleggere i vari segretari regionali. Delle due l’una: o siamo davanti ad un possibile caso di brogli oppure il Partito Democratico è un caso incredibile di efficienza. Ai limiti dello schiavismo. Tertium non datur.

L’ennesimo episodio
Siamo a Riccia, piccolo comune molisano in provincia di Campobasso. Il sindaco è una renziana doc, Micaela Fanelli, membro anche della direzione nazionale del Pd e candidata (ma non eletta) alle scorse politiche alla Camera. Indovinate un po’ in quale circoscrizione? In Molise, verrebbe da dire. E invece no: in Calabria. Ma non c’è da stupirsi. Anzi, sarebbe un segno dell’attenzione del Partito Democratico per la regione calabrese e “per le aree marginali del Paese”, ebbe a dire tempo fa in un’intervista. I sillogisti avrebbero avuto, forse, qualcosa da ridire. Ma torniamo a noi. La renziana primo cittadino decide di candidarsi a segretario regionale. Contro di lei la sfidante e parlamentare Laura Venittelli. Dopo le 12 ore di urne aperte finisce così: 9.340 voti per Micaela Fanelli, 7.544 per Laura Venittelli. La renziana è la nuova segretaria del Partito Democratico in Molise. Eppure qualcosa non torna. Soprattutto nel comune dove amministra la stessa Fanelli e dove i risultati sono stati plebiscitari: 1.511 per la renziana, soltanto 39 per la deputata dem. Numeri schiaccianti, troppo schiaccianti. Tanto da far insospettire il comitato della Venittelli. Anche e soprattutto per un altro motivo: nel giro di sole 12 ore si registrano ben 1.554 voti nell’unico seggio aperto a Riccia. Il calcolo è immediato: un voto ogni 27 secondi. Affluenza ai limiti dell’immaginabile e, forse, anche al di là dell’immaginabile, considerando i tempi logistici per identificazione ed espressione del voto. Senza dimenticare un altro piccolo dettaglio: a Riccia mai il Pd aveva fatto registrare questi numeri. Alle scorse regionali 2012, nonostante la vittoria del candidato di centrosinistra Paolo di Laura Frattura, il Pd raggiunse solo 166 preferenze. Alle regionali, poi annullate, del 2011, addirittura solo 50 voti. Un bel balzo in avanti, insomma, con le primarie di domenica. Un balzo, però, che per qualcuno sa di bruciato.

I precedenti
Quella molisana, peraltro, sembra essere una vicenda che fa incredibilmente il verso a quanto accaduto in un altro piccolo comune calabrese in provincia di Cosenza, precisamente a Diamante, dove a recarsi al voto sono stati in 1.567. Anche in questo caso il calcolo non lascia spazio a dubbi: un voto ogni 27 secondi. Ancora una volta un’efficienza da non credere. Tanto che lo sfidante cuperliano Massimo Canale ha presentato ricorso contro il vincente renziano Ernesto Magorno. Ennesimo caso di irregolarità o semplice invidia? Il dubbio resta, considerando la sonora sconfitta: su 1.567 voti, ben 1.512 sono andati a Magorno.
Un’altra denuncia, ancora, arriva da un seggio del comune di Sarzana (La Spezia). Anche in questo, secondo un giovane piddino componente di seggio, sarebbero stati registrati più voti del reale: “Hanno votato 67 persone, di cui 20 iscritti – scrive sul suo profilo facebook – Noto subito che i soldi (i 2 euro) non rispondono ai 94 euro che dovrebbero esser stati versati dai 47 votanti non iscritti. Ora siamo a 88 votanti, di cui 25 iscritti: i soldi sono 70 euro. Dovrebbero aver votato 35 non iscritti, anziché 35+23=88. Insomma 23 persone non han pagato ma han votato”. Non solo. Secondo il giovane, qualcuno avrebbe votato due volte. Uno addirittura tre. Allo spoglio del seggio è risultato vincitore, col 90% il renziano Alessio Cavarra. Una vittoria bulgara. Anzi, renziana.