L’ombra dei mercenari dietro l’esercito di Silvio

di Alessandro Barcella

Un po’ avventurose alla James Bond, un po’ guascone alla Mister Bean. Non sappiamo dove si collochino le attività degli uomini della Interdipco, ma la storia merita di essere raccontata. Una storia che parte dall’ex Premier Silvio Berlusconi, o quanto meno da quell’Esercito di Silvio appena costituito a sua difesa e che nelle ultime ore avrebbe “arruolato” quasi 16 mila persone. L’idea delle truppe cammellate azzurre nasce da un gruppo di sostenitori, tra cui Simone Furlan: “Siamo stati spettatori inermi della ‘Guerra dei Vent’anni’ che ha visto Silvio Berlusconi combattere e difendersi da accuse infamanti di ogni genere, frutto di una persecuzione giudiziaria senza precedenti nella storia. Motivo di questa persecuzione – prosegue Furlan – è il non aver permesso ai comunisti di andare al potere, di aver fermato un progetto chiaro che, in seguito a Tangentopoli, avrebbe consegnato il nostro paese alla sinistra”. Da qui l’idea dell’esercito, un po’ claque e servizio d’ordine ai comizi e un po’ struttura militare dotata di reggimenti territoriali e comandanti.

Da Silvio a Stefio

E’ a questo punto che entra in gioco la fantomatica Interdipco, tra le 5 organizzazioni aderenti al neonato esercito. La sigla sta per “Diplomatic Cooperation for a safer world”. Un organismo che si muoverebbe per la tutela dei diritti umani e per attività di protezione civile, organizzando corsi e seminari e offrendo supporto alle polizie internazionali. Sembra questa la parte più interessante dei compiti affidati al gruppo, guidato da un segretario generale e che annovera tra le altre strutture l’ufficio cerimoniale e quello diplomatico. Un velo di perplessità si manifesta se si scorrono i nomi dei suoi membri. Ce n’è davvero per tutti, a patto che le adesioni siano reali. Tra questi troviamo infatti il primo ministro della Guinea Bissau e il Ministro della difesa libanese, membri onorari e consultivi. Il nome che tuttavia cattura maggiormente l’attenzione è quello di Salvatore Stefio, che partecipa ad Interdipco attraverso la sua società “Resurgit”, specializzata in “sicurezza, sopravvivenza e gestione delle crisi e antipirateria marittima”. Iraq, anno 2004: quattro cittadini italiani, tra cui Stefio, vengono rapiti da miliziani filo-al Qaeda e tenuti prigionieri per quasi due mesi. Una vicenda che si conclude tragicamente, con l’uccisione sotto l’occhio di una telecamera di uno di loro, il siciliano Fabrizio Quattrocchi. Una storia ancora nebulosa, per la quale si parlò di “mercenari” assoldati illegalmente da una società Usa per aggirare le rigide direttive internazionali. Ne segue una lunga vicenda giudiziaria, per cui sono giunte in seguito assoluzioni piene. Resta la perplessità sulla natura di questo filo, che sembra legare la macchina del sostegno a Silvio Berlusconi alle ombre lunghe della vicenda irachena. Stefio è in Interdipco “international trainer”, ovvero istruttore e membro del “comitato unità emergenza”. Sul fatto che Interdipco sia in qualche modo anche una struttura di supporto di tipo militare non sembrano esserci dubbi. E’ lo stesso sito internet a parlare di “squadre specializzate per assistere la polizia nazionale”. La “Sru”, il team di intervento strategico di Interdipco, sarebbe specializzato in maneggio delle armi, salvataggio ostaggi e interventi speciali su esplosivi. A comporlo “ottantadue ufficiali suddivisi in sette squadre speciali”, chiarisce ancora il sito.

I “fantasmi” iracheni
Segretario generale è Davide Cioccarelli, imprenditore informatico tra i promotori dell’esercito di Silvio. “Metto a disposizione la mia organizzazione per portare migliaia di volontari esperti nella sicurezza, per organizzare la sicurezza nei comizi pubblici del Presidente – spiega Cioccarelli – con eventuale presidio di protezione civile con volontari esperti in primo soccorso, in sicurezza e bonifica ambientale, utilizzando anche la nostra unità cinofila”. Ma Cioccarelli risulta anche essere stato membro effettivo di Ibssa, società di sicurezza e investigazioni con sede a Budapest e attorno al 2002 rappresentata in Italia dalla Ibsa (società analoga in cui aveva lavorato lo stesso Fabrizio Quattrocchi). Sulla nascita dell’esercito di Silvio intanto, lo stesso interessato tace. E chissà se avrà invece qualcosa da dire in merito a tutte queste strane e curiose “triangolazioni”.