L’ombra della recessione sull’Italia: l’economia crolla e le famiglie non arrivano più a fine mese

Gli ultimi dati dell'Istat sul Pil avvicinano l'ipotesi di una "recessione tecnica", secondo l'Unione nazionale consumatori.

L’ombra della recessione sull’Italia: l’economia crolla e le famiglie non arrivano più a fine mese

La crescita è ormai un lontano ricordo, la contrazione del secondo trimestre del 2023 per l’Italia è stata peggiore del previsto. E ora si affaccia l’ombra della recessione per il governo Meloni, come sottolinea l’Unione nazionale consumatori in seguito ai dati Istat che mostrano un Pil in calo dello 0,4% nel trimestre da aprile a giugno.  

Anche la crescita annua è al di sotto delle aspettative, solamente lo 0,4% in più. Dato a cui aggiungere un Pil per il 2023 che potrebbe fermarsi solamente allo 0,7%. Parliamo di un “calo allarmante”, per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

L’allarme dei consumatori: la recessione tecnica è alle porte

Dona sottolinea che il “rischio di una recessione tecnica è alle porte. Se ci salveremo e non varcheremo quel tunnel sarà solo perché nel terzo trimestre le vacanze degli italiani faranno da volano alla ripresa dei servizi”. Vacanze che, però, sono andate peggio del previsto, con un calo inaspettato del turismo domestico.

Secondo il presidente dell’Unc il “dato più preoccupante è la variazione nulla della spesa delle famiglie residenti, un indicatore evidente della difficoltà delle famiglie di arrivare a fine mese e un segno premonitore del pericolo di finire in una fase di stagflazione”. In sostanza gli italiani non hanno più capacità di acquisto e fanno fatica ad arrivare a fine mese.

Per questo motivo, spiega Dona, ora “bisogna mettere in campo misure urgenti per ridare capacità di spesa agli italiani. Non basta certo confermare il taglio del cuneo fiscale. Serve molto di più”.

L’economia italiana in difficoltà

Preoccupazione viene espressa anche da Confesercenti: “L’economia italiana rallenta più del previsto. La conferma, come purtroppo ci aspettavamo, arriva dai dati Istat che evidenziano come il rialzo delle previsioni di crescita per il 2023, apportate dalle organizzazioni internazionali negli scorsi mesi, sia stato troppo frettoloso”.

Alla fine la crescita del 2023 potrebbe fermarsi allo 0,7%, anche perché – sottolinea Confesercenti – “il secondo semestre non è cominciato sotto i migliori auspici: per il terzo e quarto trimestre valutiamo, infatti, in media una crescita nulla”.

Si parla, quindi, di “dati preoccupanti che invitano alla riflessione: in un quadro in cui le nascite di imprese del commercio sono crollate, con una sola apertura ogni due chiusure di attività nei primi sei mesi dell’anno, con l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie che non si arresta ed una inflazione che potrebbe registrare un andamento al rialzo nei prossimi mesi, occorrono interventi immediati e decisi a sostegno dell’economia”.

E a preoccupare sono soprattutto i consumi: “Gli spazi di manovra si restringono, per cui è necessario puntare con forza su misure che possano far ripartire la spesa delle famiglie”.