L’omicidio di Pasolini potrebbe essere legato al furto di un film

Per la Commissione Antimafia l'omicidio Pasolini potrebbe essere legato al furto delle pellicole originali del film "Salò e le 120 giornate di Sodoma".

L’omicidio di Pasolini potrebbe essere legato al furto di un film

Per la Commissione parlamentare Antimafia l’omicidio di Pier Paolo Pasolini potrebbe essere legato al furto delle pellicole originali di alcune scene del suo film Salò e le 120 giornate di Sodoma, che era ancora in produzione.

Per la Commissione Antimafia l’omicidio Pasolini potrebbe essere legato al furto delle pellicole originali del film “Salò e le 120 giornate di Sodoma”

Lo scrittore-regista, secondo quanto è ipotizzato nella relazione finale della Commissione parlamentare Antimafia, sarebbe andato all’Idroscalo di Ostia, dove poi è stato ucciso il 2 novembre 1975, proprio per riuscire a recuperarle.

In questa ipotesi, aggiunge la Commissione parlamentare Antimafia, sarebbero coinvolti nel delitto “gruppi malavitosi di rilievo” come la Banda della Magliana.

Nella relazione depositata dalla Commissione Antimafia, guidato la scorsa legislatura dal Nicola Morra, viene anche precisato che “appaiono ormai del tutto improbabili soluzioni di carattere giudiziario, ma resta utile, in prospettiva storica, che le ricerche sul movente e sulle modalità dell’aggressione che causarono la morte di Pasolini, entrambe mai chiarite, siano eventualmente riprese alla luce dei pur embrionali rilievi emersi dalla attività della Commissione di inchiesta”.

Nella relazione si sottolinea che ci sono state inchieste di giornalismo investigativo che hanno “definitivamente sgretolato l’iniziale ipotesi, purtroppo allora sostenuta dai mezzi di comunicazione e da alcune pronunce giurisdizionali, secondo cui l’assassinio dello scrittore sarebbe stato solo il tragico esito di un incontro sessuale sfociato estemporaneamente in una aggressione da parte di un unico individuo e cioè Pino Pelosi (condannato in via definitiva per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini ndr)”.

La Commissione Antimafia ha ritenuto di affrontare la vicenda del delitto Pasolini “anche per i suoi evidenti collegamenti con il mondo della criminalità organizzata romana dell’epoca, ma fondamentalmente in ragione di alcune dichiarazioni rese da Maurizio Abbatino (uno dei capi della Banda della Magliana, poi collaboratore di giustizia ndr)” che è stato sentito dalla Commissione di inchiesta in “due distinte occasioni”.