L’ultima tragedia del Canale della morte

Dalla Redazione

La morte continua a galleggiare sul Canale di Sicilia. Dopo la tragedia di Pozzallo (nella quale hanno perso la vita 45 migranti) una settantina di persone risultano disperse nel naufragio di un gommone avvenuto nei giorni scorsi. La notizia è stata resa nota dall’Unhcr (l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite) che ha raccolto le testimonianze di alcuni superstiti ed stata confermata dalla procura di Catania che ha aperto un’inchiesta. Intanto sono state diffuse le identità di due scafisti, Mbaye Diop, 31 anni del Senegal, e Ebhima Sonko (S), 29 anni, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I due sarebbero i piloti di un gommone su cui viaggiavano 70 migranti soccorso il 28 giugno in acque internazionali dall’unità della guardia costiera “Oreste Corsi”.

La notizia è stata appresa dagli uomini dell’Unhcr presenti in Sicilia, grazie alle testimonianze di alcuni dei 27 sopravvissuti al naufragio di Pozzallo, arrivati ieri nel porto di Catania a bordo della nave Orione insieme ad altre centinaia di profughi. Su queste dichiarazioni sono state avviate indagini da squadra mobile e Capitaneria di porto di Catania, coordinate dal procuratore Giovanni Salvi.

Un altro barcone Un gruppo di 215 immigrati è sbarcato, dopo essere stato soccorso dal mercantile «Asso 25», al porto di Porto Empedocle. I migranti sono stati portati a Siculiana (Ag). Non è chiaro se si tratti del barcone che la nave Vega della Marina militare aveva localizzato (si era parlato di circa 250 persone a bordo) a sud di Capo Passero.