Anche se la Lega spinge per il 20 aprile (e Salvini addirittura per il 19), sarà maggio il mese giusto per le riaperture progressive delle attività commerciali. Cosa riapre a maggio? Nei piani del governo c’è una riapertura graduale, che coinvolga ristoranti e bar prima, cinema e palestre poi.
Cosa riapre a maggio: ristoranti, bar, cinema e palestre
Nei piani del governo c’è la riapertura dei ristoranti all’ora di pranzo e dei bar in primo luogo. Questa è la scaletta che potrebbe cominciare dalla fine di aprile, anche se la prima data fissata per il check è quella di metà aprile. Per ora è troppo alto il numero di vittime ma si spera che la prossima settimana il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute porti notizie migliori. Anche se Franco Locatelli del Cts ha detto oggi in un’intervista che la zona gialla ha i suoi rischi.
Il Corriere della Sera oggi racconta che la possibilità di ottenere il via libera alle ripartenze riguarda le regioni che avranno numeri da zona gialla. Il governatore Attilio Fontana si dice convinto che «in Lombardia accadrà a fine aprile».
Marciano verso una situazione più confortante anche Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Liguria, Veneto. La regola imposta dal governo nel decreto di aprile — che potrebbe essere prorogata a maggio — prevede che tra i parametri da tenere in considerazione ci sia l’andamento della campagna vaccinale — e i governatori hanno ribadito di essere pronti se avranno a disposizione le dosi necessarie. Dunque si comincia a studiare il calendario.
Sarà quindi il monitoraggio del 20 aprile a fornire il quadro aggiornato. Permettendo così l’apertura del confronto tra governo e regioni. Sulla base dei dati aggiornati al 23 aprile si scriverà il nuovo decreto fissando un percorso per le riaperture. L’ipotesi è di consentire la riapertura a pranzo per i ristoranti — forse con un orario ridotto almeno nella prima fase — favorendo i locali che hanno uno spazio esterno con la sospensione della tassa per l’occupazione di suolo pubblico. Subito dopo toccherà ai bar, anche in questo caso con alcune limitazioni in particolare per quanto riguarda la consumazione in piedi.
Le riaperture programmate in zona gialla dal 20 aprile fino a maggio
Quindi si attendono i criteri per la riapertura di cinema, teatri, mostre e musei. Tra i requisiti richiesti c’è la mascherina Ffp2 per la durata dello spettacolo, il tampone effettuato nelle 48 ore precedenti, il fatto di essere già vaccinati. Percorsi obbligatori e visite a tempo sono previste invece nei luoghi della cultura. Ovunque sarà privilegiata la prenotazione online. Quel giorno potrebbe tornare in vigore la zona gialla, attualmente sospesa dal decreto legge primo aprile 2021 n. 44. Ma si tratta per ora solo di un’ipotesi.
Palazzo Chigi ha precisato che riguardo il 20 aprile la cabina di regia governo-Cts sarà convocata «per valutare possibili riaperture» solo «sulla base dei dati» epidemiologici elaborati settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), dal ministero della Salute e dalle Regioni. Quindi misure e tempi si stabiliranno a seconda dell’incremento o del decremento del contagio.
Ma c’è anche chi dice che la data giusta per il ritorno della zona gialla potrebbe essere il 26 aprile. La data giusta potrebbe essere quella di lunedì 26, ma soltanto a talune condizioni. Ovvero indice di contagio Rt sotto 1, terapie intensive e reparti ordinari sotto i livelli di guardia. E soprattutto la fascia di popolazione sopra i 70 anni messa in sicurezza. Scriveva Repubblica un paio di giorni fa:
È lo scenario che potrebbe convincere il governo a mettere la firma sotto un provvedimento di deroga che disponga le prime riaperture: bar e ristoranti a pranzo (magari con un orario in un primo tempo ridotto fino alle 16). Non proprio il ripristino della zona gialla (sospesa per decreto fino al 30 aprile). Ma almeno un piccolo segnale — fanno sapere fonti di governo — al premier Draghi piacerebbe poterlo dare.
Gli aperturisti potrebbero accontentarsi del primo passo sulla strada delle riaperture (su cui spingono Lega, Forza Italia e Italia Viva). I rigoristi accetterebbero se rassicurati dal Cts sui risultati di due mesi di restrizioni e della campagna vaccinale. Che per quella data dovrebbe avere raggiunto la quota prefissata delle 500.000 somministrazioni al giorno. Con un obiettivo comune: riportare tutti i ragazzi in classe, anche quelli delle superiori, per la fine della scuola. Almeno un mese prima degli esami di maturità.