Maggioni come Donna Letizia. L’ex capo di Rainews fa la presidente alla Moratti in attesa della nuova legge che dà pieni poteri all’Ad. E intanto riecco i tam tam delle nomine

Il buongiorno si vede dal mattino: Monica Maggioni non sarà una presidente Rai come la Tarantola, che è rimasta dietro le quinte fin dall’inizio del suo incarico, lasciando la scena e l’occhio di bue tutto al dg Gubitosi. Il mandato della Maggioni assomiglia più a quello di Letizia Moratti. Pertanto finché non ci sarà la nuova legge che darà pieni poteri come Ad a Campo Dall’Orto assisteremo a una diarchia. E conoscendo il caratterino dei due dirigenti non è da escludere un epilogo a cuscinate. Ma non corriamo. Limitiamoci al presente. La Maggioni ha indossato le vesti di Virgilio per accompagnare il sommo dg nei meandri del palazzo. L’altro giorno la coppia ha fatto un blitz al Tg1, Orfeo non c’era e l’ex direttore di Rainews sembrava la padrona di casa. Il neo presidente ha un carattere senza mezze misure. È la sua forza. Conosce la Rai come le sue tasche (avendo fatto tutta la carriera nei tg partendo da precaria). È un’interventista. Ama prendere le decisioni in fretta senza perdere tempo e rappresenta la continuità con la gestione Gubitosi. In sostanza in questo periodo sta dando le carte. Dietro l’angolo ci sono le nomine dei direttori di rete e del superdirettore della Newsroom dell’informazione.

IL VALZER
Scegliere i nuovi nomi non sarà facile. Anche perché di pretendenti al trono ce ne sono diversi. Per quanto riguarda le tre reti generaliste si assisterà a un valzer. Forse il solo Teodoli a Raidue potrebbe restare in sella (visti i buoni risultati). Leone e Vianello verranno sicuramente sostituiti. Il primo è in odor di santità con la nomina a vicedirettore generale. Il secondo – nonostante i buoni propositi e la sperimentazione – paga per i risultati, ritenuti non all’altezza delle aspettative. E poi c’è il caso Giannini di Ballarò che pesa come un macigno. Vianello è un ottimo conduttore. Potrebbe tornare alla guida di un programma. La lottizzazione politica è sempre presente nel midollo del cavallo di Viale Mazzini, pertanto non è da escludere che anche sui direttori di rete si ragioni con il manuale Cencelli. Raiuno a un cattolico, Raidue e Raitre alle costole del Pd. I nomi che si fanno sono quelli della Andreatta per Raiuno (ma occhio a Ruffini che potrebbe tornare in Rai). Per le altre due generaliste bisogna tenere d’occhio sicuramente Simona Ercolani, che di Sfide se ne intende. Curriculum a parte (il suo è notevole), la nomina accontenterebbe l’area di Capalbio (Petruccioli, ex dalemiani). Anche i veltroniani bussano alla porta. Il loro candidato è Andrea Salerno, ex capostruttura di Raitre che potrebbe occupare la poltrona di Vianello. Per quanto riguarda i tiggì invece siamo alla piena del Po che rischia di esondare. Ne resterà solo uno. Chi sarà Highlander? Sulla carta il favorito dovrebbe essere Orfeo. Il suo Tg1 è stato prima rimesso in carreggiata e ora sta andando a gonfie vele. Le testate avranno un vicedirettore al comando che risponderà solo al capo della Newsroom. Ma ce la vedete la Berlinguer retrocessa a vice? Stesso discorso per Orfeo e per Marcello Masi (anche il suo Tg2 ha ottenuto buoni risultati). Comunque vada una bella gatta da pelare per Campo dall’Orto.