Matera laboratorio politico. Con un Pd rinnovato aprire un dialogo è possibile. Parla il neo sindaco M5S Bennardi: “Le alleanze non sono più un tabù ma neppure un passaggio obbligato”

A Matera è arrivato il momento dei Cinque stelle: il candidato pentastellato, l’imprenditore Domenico Bennardi ha battuto nettamente (ottenendo al secondo turno il 67,54% delle preferenze) il candidato di centrodestra Rocco Luigi Sassone. “E’ una favola: una cenerentola politica che è riuscita davvero a fare la storia di questa città”, le prime parole pronunciate dal neo sindaco, anche alla luce del fatto che due settimane prima del ballottaggio era dietro il suo principale competitor: presumibilmente su di lui si sono dirottati anche i voti del centrosinistra, fuori al primo turno, come ammette anche lo stesso Bennardi.

“Dopo la sconfitta del candidato del centrosinistra e le successive dimissioni del suo segretario cittadino – afferma il neo primo cittadino di Matera -, il Pd ha intrapreso un cammino di rinnovamento. Facciamo loro un grosso in bocca al lupo. Dopo il primo turno abbiamo avuto delle interlocuzioni con le altre forze politiche, compreso il centrosinistra, alcune delle quali ci hanno manifestato la propria volontà di sostenerci contro il centrodestra. Del resto più volte ho avuto modo di ribadire il fatto che servono unità di intenti e convergenze da ricercare nel luogo più idoneo: il Consiglio Comunale. Da lì partiremo per avviare un nuovo dialogo per una visione condivisa di sviluppo”.

Che governo della città ha in mente, il “modello Pomigliano” dove 5Stelle e Pd hanno dato vita ad un’alleanza pre-elettorale, che si è poi rivelata vincente anche in altri comuni, la convince?
“Credo che il modello Matera abbia il pregio di andare oltre i blocchi canonici. Guardiamo con interesse al rinnovamento del Pd e ci aspettiamo una collaborazione sui temi, ma allo stesso tempo non possiamo non tenere presente che nel nostro raggruppamento c’è armonia e un rapporto che si è collaudato. Non nascondo un pizzico di orgoglio nel rivendicare che Matera possa costituire un laboratorio politico in cui si disegnano nuovi scenari”.

L’alleanza struttrale Ps-M5S è anche uno dei nodi del contendere, vista la frattura fra l’ala governista del MoVimento e Casaleggio-Di Battista. Una frattura sanabile?
“Io credo che una forza politica che indugia nel parlare troppo di se stessa, sia destinata a sparire. Non penso esistano fratture, ma solo due formule differenti che si confronteranno agli Stati Generali”.

Stati Generali del Movimento convocati il 7 e l’8 novembre. Dalla leadership alle alleanze ai programmi, quali sono per lei le priorità da affrontare?
“Prima ancora di discutere della leadership, che tuttavia auspico sia collegiale, è fondamentale riflettere sulle modalità che hanno portato alla vittoria il M5S in alcuni territori: tali esperienze incarnano appieno lo spirito rivoluzionario che oltre 10 anni fa ha permesso la nascita di una forza talmente propulsiva da rinnovare l’intero assetto politico italiano, uno spirito che, come dimostra la vittoria a Matera, non è andato smarrito. Riguardo le alleanze credo debbano essere improntate al realismo, non più un tabù ma nemmeno un passaggio obbligato. Una formula da valutare e da validare laddove sussistano le condizioni”.

Crimi ha annunciato la chiusura degli Stati Generali a Roma, magari potrebbe suggerirgli di spostarla a Matera visto il risultato…
“Ci sarebbe piaciuto, proprio perché Matera è luogo simbolo di un percorso politico nuovo e vincente, ben radicato ai valori fondativi del Movimento. Credo che la nostra esperienza debba essere messa a frutto e conosciuta da parte di tutti gli attivisti come modello in cui la scelta di un candidato sindaco è condivisa e partecipata dal basso. Un risultato frutto di un lavoro di interlocuzione sul territorio durata 10 anni. Un esempio da cui il M5S deve ripartire per contrapporsi alla deriva salviniana della destra con la quale anche noi abbiamo dovuto confrontarci”.