Meloni si fa l’ufficio stampa top secret

Le attività dell'ufficio stampa della presidente del consiglio Giorgia Meloni diventano top secret. Lo prevede un dpcm.

Meloni si fa l’ufficio stampa top secret

Le attività dell’ufficio stampa della presidente del consiglio Giorgia Meloni diventano top secret. È l’effetto di un dpcm transitato in Gazzetta ufficiale nel silenzio generale che sottrae alle competenze del Dipartimento per i servizi strumentali di Palazzo Chigi la gestione dei sistemi informativi e di telecomunicazioni dello staff della comunicazione della premier: ad oggi solo il Centro comunicazioni classificate istituito presso l’Ufficio del Segretario generale della Presidenza del Consiglio, viste le ragioni legate alla riservatezza e alla sicurezza interna, godeva di questo regime speciale.

Le attività dell’ufficio stampa della presidente del consiglio Giorgia Meloni diventano top secret

Secondo i bene informati questa decisione sarebbe frutto della volontà di riorganizzare il cuore della Presidenza del Consiglio dopo il cortocircuito che ha permesso al duo comico russo Vovan e Lexus di interloquire direttamente con la premier e che sono costate le dimissioni al suo consigliere diplomatico Talò: da allora riferiscono alla Notizia fonti di Palazzo Chigi, sarebbe stata varata una stretta per evitare minacce alla sicurezza con impatti ben più gravi del semplice imbarazzo. Altri invece riferiscono che la questione sia molto più banale: l’esigenza che nessuno ma proprio nessuno possa sbirciare o mettere limiti anche economici a tutto ciò che orbita intorno alla comunicazione della presidente del Consiglio. Nel dubbio bisogna accontentarsi della lettura del decreto firmato dal sottosegretario Alfredo Mantovano (nella foto) a cui seguirà la riorganizzazione interna del Dipartimento servizi strumentali – ossia la perdita di questa specifica competenza – che serve a “garantire una migliore funzionalità dell’ufficio stampa”.

Il decreto in questione conferma l’ampia gamma di compiti affidati al Dipartimento servizi strumentali, tra tutti la sicurezza di Palazzo Chigi, l’affitto degli immobili, la gestione dell’ufficio passi e del parco auto. Ma rispetto all’assetto pregresso viene prevista la seguente modifica: il Dipartimento “predispone e gestisce i programmi di informatizzazione della Presidenza, curando l’analisi funzionale, la progettazione e la gestione dei sistemi informativi automatizzati e di telecomunicazione, anche sotto il profilo della sicurezza e della riservatezza, con esclusione dei sistemi di comunicazione di competenza del centro comunicazioni classificate presso l’Ufficio del Segretario generale”, ma anche “fatte salve le attività di competenza dell’Ufficio stampa e relazioni con i media del Presidente del Consiglio dei ministri”.

In Gazzetta ufficiale il decreto Mantovano che taglia fuori il Dipartimento Servizi Strumentali di Palazzo Chigi

Questo alla luce della necessità di “assicurare all’Ufficio stampa e relazioni con i media del Presidente del Consiglio dei ministri un adeguato supporto tecnico e operativo per le esigenze relative alla copertura fotografica, alle riprese e alla trasmissione del segnale audio video in occasione della preparazione di visite di Stato o eventi istituzionali ai quali partecipino il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri senza portafoglio o i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio”.

Fin dal 2012 il Dipartimento servizio strumentali garantiva anche queste funzioni in un quadro unitario di programmazione generale annuale e pluriennale, coerente con le esigenze di funzionamento della Presidenza e compatibile con le risorse finanziarie, all’approvvigionamento, alla fornitura ed alla gestione di tutti i beni mobili, immobili e dei servizi attraverso il sistema messo a disposizione da Consip. Sistema e limiti che, come detto, non riguardano le linee di comunicazioni del centro comunicazioni classificate che ha tutt’altro regime viste le implicazioni per la sicurezza interna. E da ora in poi neppure l’ufficio stampa.