Messina Denaro, i Ros tornano a Campobello

I Carabinieri del Ros sono tornati a a Campobello di Mazara a cercano un altro bunker utilizzato da Messina Denaro durante la latitanza.

Messina Denaro, i Ros tornano a Campobello

Proseguono senza sosta perquisizioni e accertamenti dei carabinieri a Campobello di Mazara, dove il 16 gennaio scorso è stato catturato il boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.

I Carabinieri del Ros sono tornati a a Campobello di Mazara a cercano un altro bunker utilizzato da Messina Denaro durante la latitanza

Gli investigatori del Ros e gli esperti del Ris – Reparto investigazioni scientifiche stanno passando a setaccio l’abitazione di via San Vito dove l’ex primula avrebbe trascorso la latitanza nell’ultimo periodo.

Con un apparecchio sonar scandagliano centimetro per centimetro le pareti a caccia di eventuali vani e ambienti nascosti. Altri militari con un martello pneumatico forano il pavimento alla ricerca di nascondigli sotterranei. Decine di case sono state perquisite e controllate.

Il sindaco di Campobello: “C’è un primo tempo in cui ha avuto il favore della latitanza ma ora è arrivato il secondo tempo in cui lo Stato sta ribaltando il risultato”

“La caccia al boss Matteo Messina Denaro, durata 30 anni, può intendersi come una partita. C’è un primo tempo in cui lui ha avuto il favore della latitanza per tutti questi anni ma ora è arrivato il secondo tempo in cui lo Stato sta ribaltando il risultato” ha detto il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione

“I cittadini possono acquisire più fiducia nello Stato quando questo si manifesta con azioni concrete, tangibili. E questo deve avvenire rafforzando anche caserme e commissariati, soprattutto nelle città fortemente inquinate dalla mafia”, ha concluso il sindaco del comune siciliano dove si nascondeva il boss di Cosa Nostra.

Tescaroli: “Una eventuale collaborazione con la giustizia potrebbe essere un elemento molto importante”

Una eventuale collaborazione con la giustizia di Matteo Messina Denaro, ha affermato il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, uno dei magistrati che indagano sulle stragi mafiose del ’93, “visto il ruolo ricoperto”, negli attentati del 1992-93, “e altri crimini efferati, potrebbe essere un elemento molto importante per sapere se vi sia stata una convergenza di interessi nello stragismo da parte di soggetti esterni a Cosa nostra”.

Secondo Tescaroli, che ha parlato alla presentazione del libro Un pessimo affare di Giovani Bianconi, l’arresto di Messina Denaro è stato “un risultato straordinario”, ma “per sapere in che termini questo possa consentire di aprire a nuove conoscenze, bisognerà attendere l’esito delle indagini e soprattutto la volontà di Matteo Messina Denaro”.