A Milano si gioca il delby. E l’affari va a gonfie vele: quasi un miliardo di telespettatori in tutto il mondo

Un derby Inter-Milan che ha pochissimo da dire dal punto di vista della classifica, ma che rischia di essere una delle partite più viste della stagione.

Un derby che ha pochissimo da dire dal punto di vista della classifica, ma che rischia di essere una delle partite più viste della stagione. Stiamo parlando del derby di Milano, il primo tutto in salsa cinese. Perché se da una parte c’è l’Inter ormai da qualche tempo nelle mani del forte gruppo Suning, dall’altra c’è il Milan che da ieri parla cinese. Il closing dell’operazione è arrivato nello studio legale milanese di Gianni Origoni Grippo & Partners con il passaggio di quote (il 99,93%) dalle mani di Finisvest di Silvio Berlusconi a quelle dell’investitore cinese Yonghong Lì. Un’operazione particolarmente lunga e travagliata ma che dà respiro alle martoriate casse rossonera, segnando la ripartenza di una società gloriosa, ultimamente un po’ in decadenza. Più solida sull’altro versante la situazione patrimoniale del gruppo Suning che, però, finora non ha raggiunto i risultati sperati. Tanto che le due squadre sono in lotta per un posto in Europa League, rischiando anche di restare entrambe escluse. Sono lontani gli anni addietro in cui si giovano scudetti e lottavano per le vette d’Europa. Ecco perché gli interessi per il derby della Madonnina di quest’anno vanno anche al di là del rettangolo da gioco.

Televisioni impazzite – Strano anche l’orario scelto dalla Lega Calcio. Si gioca domani, vigilia di Pasqua, alle 12.30. Non certo un orario ideale per chi deve ancora correre dietro a uova e colombe pasquali, ma ideale per gli spettatori cinesi che potranno gustarsi la partita di San Siro a ora di cena. Nonostante sia una partita poco più che di mezza classifica, però, il derby di Milano avrà un pubblico molto vasto. Le stime parlano di un potenziale da 862 milioni di potenziali spettatori. Pubblico che sarà concentrato in tutta l’area asiatica, dove sono stimati 566 milioni di potenziali telespettatori; d’altronde entrambe le squadre milanesi hanno il loro potenziale economico tutto concentrato in quell’area del globo. L’interesse resta alto anche in Europa, con 20 televisioni collegate e 186 milioni di telespettatori raggiunti. In Centro e Sud America, invece, la partita di San Siro sarà trasmessa su 3 televisioni e con un potenziale di quasi 100 milioni di spettatori. Il dato che viene dall’Asia è al centro di tanti ragionamenti anche all’interno della Lega Calcio. Nell’assegnazione dei diritti televisivi, infatti, proprio l’Asia può rappresentare una vera e propria gallina dalle uova d’oro per i conti del calcio italiano.

L’internazionalizzazione del calcio italiano va oltre Milano. C’è, infatti, la Roma degli americani (che si è aperta all’estero prima delle milanesi) alle prese con la grana stadio. E c’è anche il Palermo ceduto dall’eclettico Maurizio Zamparini a un fondo anglo-americano. Un passaggio di consegne che ha portato alla presidenza della squadra rosanero l’ex inviato delle Iene Paul Baccaglini. Non un grande inizio, ma in continuità col passato almeno in tema di allenatori. È bastato poco a Baccaglini, infatti, per esonerare Diego Lopez sostituito da Diego Bortoluzzi. Il mondo del pallone nostrano, insomma, sembra ancora esssere attrattivo seppur, Juventus a parte, poco competitivo col resto d’Europa.