Milano da bere. Ma non da mangiare

di Alessandro Barcella

Milano è sempre più invasa dal “cibo spazzatura”. Non intendiamo riferirci ad alimenti dal dubbio contenuto nutritivo o ipercalorici: stiamo parlando di derrate scadute, contraffatte, malamente conservate. E comunque vendute. Non si salva più nessuno, tanto meno la grande distribuzione organizzata.

Un bollettino di guerra

A lanciare l’allarme salute è il “Movimento Consumatori Milano”, che spiega: “Le segnalazioni che riceviamo riguardano soprattutto gli acquisti nel circuito della grande distribuzione. I consumatori sono molto sensibili alle condizioni di freschezza del cibo, alla data di scadenza e alla qualità di quello che acquistano”.
Ed ecco allora che i numeri verdi dell’associazione (che fornisce anche tutela legale), per le segnalazioni del caso, stanno continuando a squillare senza sosta. E non solo: “Allo sportello arrivano fotografie di alimenti (carne e pesce in particolare) appena acquistati e già con evidenti segni di deterioramento, segnalazioni su prodotti acquistati successivamente alla data di scadenza, indicazioni di articoli alimentari già pesati e prezzati il cui peso non corrisponde a quanto indicato in etichetta. Offriamo poi anche informazioni sul trattamento e la conservazione degli alimenti nell’ambiente domestico e sulle azioni da adottare per aver garantita una migliore sicurezza degli alimenti che consumiamo. Rispondiamo a tutte le segnalazioni e prendiamo contatti con le autorità preposte (NAS e ASL), gli esercizi commerciali e le aziende per segnalare e richiedere il ritiro dal mercato di queste “anomalie”. Un suggerimento? Prestare sempre la massima attenzione nella fase dell’acquisto”.
La situazione milanese è seria e i dati della polizia locale sembrano confermarlo. “Da inizio gennaio ai primi di dicembre del 2012 sono stati sequestrati 3.250 chili di alimenti in cattivo stato di conservazione – spiegano in comunicato stampa emesso durante uno degli ultimi blitz – Il nostro Nucleo tutela consumatori, istituito presso l’Annonaria e in collaborazione con il Servizio Veterinario della Asl, ha requisito in tre ristoranti di Milano alimenti avariati per un totale che supera i 140 chili”.
Ma se il fenomeno, come pare, sfugge quasi al controllo, ecco che servono azioni continue e ramificate sul territorio. Un problema tuttavia c’è, ed è quello del limitatissimo organico con cui questo nucleo della Locale di Milano lavora.

Tante truffe e pochi uomini

“Apprezziamo l’impegno e la professionalità delle istituzioni milanesi nelle attività di verifica, controllo ed eventuale sequestro di alimenti guasti, imperfetti o dannosi per la salute”, proseguono dal Movimento Consumatori, che tuttavia non può tacere la “necessità di elevare il livello di guardia nel settore alimentare”. “Il Nucleo Tutela del Consumatore della Polizia Locale si avvale del lavoro di un ufficiale e di sei agenti – proseguono – un numero che chiaramente dice tutto della esiguità delle possibilità di un controllo capillare della Metropoli. Si tratta di beni di prima necessità, pertanto devono essere garantite salubrità e integrità di questi prodotti. Sarebbe, quindi, necessario estendere e intensificare le attività di controllo, potenziando le strutture preposte”.

Sequestri quotidiani
I sequestri, intanto, sono cronaca quotidiana. L’ultimo caso è di pochissimi giorni fa, quando il Nucleo ha sequestrato 300 chili di carne, pesce, pasta fresca, farina, riso, fecola e strutto infestati dai parassiti in una pasticceria-laboratorio. Un sequestro, quest’ultimo, avvenuto grazie alla fondamentale segnalazione di un acquirente privato. Su tutti un ultimo dato: nel 2012 su 523 interventi sono state accertate ben 723 violazioni amministrative, effettuando 22 sequestri di prodotti alimentari. Settantasei persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria, che ha elevato 39 denunce per reati di frode in commercio e 33 per la violazione alle norme di conservazione degli alimenti. E con 7 uomini della Locale a difenderci (accanto naturalmente ai nuclei specializzati delle altre forze dell’ordine) non resta allora che sperare nella collaborazione del malcapitato acquirente.