Moda, design, impresa. Milano svetta su tutto ma conta poco in politica

Per 2 italiani su 3, secondo il rapporto di Euromedia Research, Milano è "incipit" di progettualità e innovazione su scala globale.

Ha aumentato il suo peso nel panorama nazionale e internazionale, ma Milano e i milanesi sentono di aver fatto grandi passi avanti grazie a diversi motori di sviluppo, con l’unica eccezione della politica, che sentono addirittura in difficoltà nello stare dietro alla città.

C’è anche questo, insieme a uno spaccato più ampio sulle potenzialità del capoluogo lombardo, nel Rapporto curato da Euromedia Research per FB&Associati, la prima società specializzata in relazioni istituzionali fondata in Italia ormai 25 anni fa e ancora oggi tra le maggiori aziende italiane della consulenza in public affairs e advocacy.

Milano anticipa tendenze influenzando tutta la nazione e per quasi il 40% anche altre città in Europa

Per 2 italiani su 3 – ci dice la ricerca – Milano anticipa tendenze influenzando tutta la nazione e per quasi il 40% anche altre città in Europa. Ricopre un ruolo centrale per lo sviluppo di interessi a livello nazionale e in termini di importanza sta rimpiazzando Roma perché “incipit” di progettualità e innovazioni e punto di ancoraggio, unico, dell’Italia al resto del mondo.

Sarà anche per questo che in questa città si respira una prospettiva di successo anche personale quasi da “sogno americano” e che sa premiare il merito. Peccato solo, o forse proprio per questo, che la politica fatichi a stargli al passo, malgrado sia qui che si dettano e si detteranno sempre più le regole del gioco sotto il profilo tecnico, industriale e finanziario e della ridefinizione delle policy, perché è da qui che prendono vita idee e movimenti capaci di influenzare le dinamiche nazionali.

La ricerca, conclusa appena due settimane fa, ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana e un pool di opinion leader del mondo finanziario, industriale, della politica e dell’editoria con l’obiettivo di indagare come è cambiata la percezione e l’importanza della città nel nuovo contesto dell’Italia post pandemia e come possa o meno rappresentare un traino per il Paese in termini di tendenze e di integrazione con il resto del mondo.

Uno studio – quello realizzato da Euromedia Research – che restituisce l’immagine di una città che ha notevolmente aumentato il suo peso sulla scena nazionale come riconosce il 89.9% degli intervistati anticipando le tendenze che poi influenzeranno tutta la società (70.4%) – anche se per un residente al Sud su 3 (27.8%) questo non è vero segno di un campanilismo ancora duro a morire – con un ruolo sempre più centrale per lo sviluppo di interessi a livello nazionale, molto più di Roma, e con una fisionomia sempre più integrata alle altre città europee e connessa alle aree più produttive di Francia e Germania.

Una città in grado insomma di svolgere un ruolo trainante dal punto di vista dello sviluppo economico e finanziario, ma anche perché sempre più capace di sperimentare e di lanciare nuove sfide, complice quel mix unico tra “saper fare”, coraggio e capacità di mobilitazione della società civile che la rendono “laboratorio politico” con idee, movimenti e novità in grado di orientare e qualificare anche la politica nazionale, soprattutto sul piano delle policy.

La ricerca – ha commentato Fabio Bistoncini, presidente e fondatore di FB&Associati – testimonia che Milano capitale della policy e Roma capitale della “politics” danno vita a una dicotomia solo apparente, perché se è vero che la prima ha saputo offrire alla politica classe dirigente, stimoli progettuali e capacità di fare e mobilitare opinioni – emergendo nel dibattito – molte decisioni sono ancora prese a Roma ed è li che un’azienda o un gruppo di interesse negozia e crea consenso attorno alle proprie istanze.

Tra i settori in cui Milano è il punto di partenza e l’incipit di progetti e tendenze, la top 10 dei settori dove espande la sua influenza vede ai primi posti moda e design (87.6%), imprenditoria (84.8) Industria e commercio (82.8%) ma anche ambiti meno “scontati” come arte e cultura (70.7) e rigenerazione urbana/urbanistica (59.8%).

È in questi ambiti che Milano attrae investimenti e, a livello economico, supera le altre città che tentano invano di emularla, anche se su alcuni temi – dalle questioni ambientali alla sicurezza o al traffico – la città sembra dimenticarsi di se stessa e potrebbe fare di più. Almeno questa è la lettura che ne fanno gli intervistati e su cui sicuramente impatta anche il ruolo dei media, che la ricerca identifica secondo un doppio registro di rapporto con la città, da un lato Milano come capitale mediatica italiana, dell’editoria e della lettura, dall’altro Milano non propriamente raffigurata per quella che realmente è dai media stessi, forse ancora troppo sbilanciati nei confronti di Roma, quasi a identificare una necessità di affermare in modo piu esteso il “brand” Milano.

In ogni caso quello che differenzia la città in termini di dinamiche, anche di influenza politica, dalle altri altre grandi città italiane è la sua velocità di evoluzione e la capacità di attivarsi come società civile nella sua interezza e in chiave di dibattito pubblico, ma al di là delle ideologie. È anche per questo che la politica sembra inseguire la città (per il 39.1% degli intervistati) piuttosto che viceversa, perché Milano è una città che si “governa da sola” e che su queste basi può dare luogo a sperimentazioni anche virtuose o replicabili in altre realtà del Paese. Sullo sfondo l’antagonismo con Roma che lascia intuire un nuovo, ma non troppo, diktat secondo cui “non si governa da Milano, ma non si governa senza Milano”.

“Milano si posiziona sui rami più alti dei processi di sviluppo nazionali, europei e mondiali”, ha evidenziato Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research. “La città viene letta dagli italiani come un punto di riferimento e di partenza da cui trarre spunto per tutte le sue attività – non solo economiche e finanziarie – che di volta in volta riescono a riprodurre quei vantaggi competitivi dinamici che la contraddistinguono e che ne originano la sua funzionalità nel sistema metropolitano. Una città che con il suo temperamento è riuscita a diventare anche un’importante meta turistica non solo per lo shopping, come ha dichiarato 1 cittadino su 3. Non possiamo conoscere il profilo che Milano avrà nel 2050, ma sarà sicuramente straordinaria nel coraggio di sapersi rigenerare e nel suo essere sempre pioniera oltre i confini del conosciuto.”

Con questa ricerca FB & Associati – società che ha la sede centrale a Roma, oltre a Milano e Bruxelles, oltre 40 addetti e più di 100 clienti attivi tra le maggiori aziende multinazionali presenti in Italia, associazioni d’impresa e ordini professionali – ha voluto evidenziare le leve trainanti ma anche il deficit di Milano nel legame politico con i centri decisionali nazionale e Ue.