Mutazioni del virus Covid-19, balzi avanti sui vaccini. Anche il farmaco monodose Johnson & Johnson protegge dal contagio delle varianti. Efficace anche contro la Delta

Anche il farmaco monodose Johnson & Johnson protegge dal contagio delle varianti. E' efficace anche contro la variante Delta.

Mutazioni del virus Covid-19, balzi avanti sui vaccini. Anche il farmaco monodose Johnson & Johnson protegge dal contagio delle varianti. Efficace anche contro la Delta

A fronte dell’analisi dell’Istituto superiore di Sanità che attesta la presenza sul territorio italiano della variante delta al 22,7 per cento (leggi l’articolo) le aziende farmaceutiche corrono ai ripari. L’americana Johnson&Johnson ha annunciato l’esito di due studi sul suo siero monodose Janssen. I dati raccolti dimostrano che l’immunità del vaccino dura otto mesi e che il siero è efficace anche contro la variante Delta, che nelle ultime settimane sta provocando un forte aumento dei contagi dal Regno Unito all’Australia.

J&J ha annunciato che il suo vaccino “genera forte e persistente attività contro la variante Delta” e altre varianti virali, come già emerso dai risultati della fase 3 ad aprile. “I dati hanno mostrato che la durata della risposta immunitaria è di almeno otto mesi, il periodo di tempo valutato fino ad oggi. Riteniamo che il nostro vaccino offra una protezione duratura contro il Covid-19 e susciti un’attività neutralizzante contro la variante Delta.

Ciò si aggiunge al solido corpo di dati clinici che supportano la capacità del nostro vaccino a iniezione singola di proteggere da molteplici varianti di preoccupazione”, ha dichiarato Paul Stoffels, vice presidente del comitato esecutivo e Chief scientific officer di Johnson&Johnson. C’è da dire che anche gli altri composti, Pfizer ed Astrazeneca, sono efficaci contro la variante indiana

Un’unica dose di entrambi i prodotti fornisce invece una protezione piuttosto limitata. Per prevenire le infezioni sintomatiche della variante Delta l’efficacia del vaccino Pfizer, dopo due dosi, è invece pari all’88 per cento, AstraZeneca al 60 per cento (leggi l’articolo).