Narcotraffico e prostituzione a Roma, coinvolti cittadini cinesi e italiani: 47 misure cautelari

Narcotraffico e prostituzione a Roma: coinvolti cittadini cinesi, filippini e italiani. Due donne cinesi al vertice dell'organizzazione.

Narcotraffico e prostituzione a Roma, coinvolti cittadini cinesi e italiani: 47 misure cautelari

Neutralizzata dai Carabinieri una organizzazione criminale di stampo internazionale che operava nel settore del narcotraffico e dello sfruttamento della prostituzione a Roma. L’indagine condotta dalle forze dell’ordine ha portato i militari del Comando Provinciale della Capitale a eseguire un’ordinanza volta ad applicare 47 misure cautelari nei confronti di cittadini cinesi, filippini e italiani. Le misure cautelari prevedono 19 custodie cautelari in carcere, 16 arresti domiciliari e 12 divieti di dimora. A emettere il provvedimento è stato il gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale.

Narcotraffico e sfruttamento della prostituzione a Roma: 47 misure cautelari

Alla luce delle informazioni sinora diffuse, gli indagati sono stati accusati a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico nazionale ed internazionale di sostanze stupefacenti del tipo metamfetamina ed associazione per delinquere dedita allo sfruttamento della prostituzione.

A seguito dell’indagine condotta tra settembre 2021 e luglio 2022 dai Carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Roma Centro che si sono avvalsi delle testimonianze fornite da un pentito cinese, il gip ha accolto le richieste della Dda. Grazie alla collaborazione del pentito, è stato possibile raccogliere severi elementi indiziari che hanno dimostrato l’esistenza di una solida e vasta rete criminale di tipo associativo, gestita da cittadini cinesi, operativa sia in contesto nazionale che internazionale nel traffico di metanfetamine (shaboo, ketamina, yaba) e nello sfruttamento della prostituzione.

Stando a quanto ricostruito dai Carabinieri, l’organizzazione era composta da una “cellula madre” con sede a Prato e una “cellula satellite” con sede a Roma. Alla guida di entrambe le strutture erano presenti donne cinesi temute dagli altri membri della banda e capaci di esercitare il controllo su di essi mediante l’imposizione di rigide regole di comportamento.

Coinvolti cittadini cinesi, filippini e italiani: la ricostruzione della rete internazionale

I Carabinieri, inoltre, hanno appurato che il gruppo intratteneva un solido rapporto con la Grecia, potendo contare sulla presenza nel Paese di due connazionali cinesi, attualmente destinatari di Mandato d’Arresto Europeo. I connazionali sono riusciti a far entrare in Italia considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti avvalendosi di corrieri imbarcati su voli di linea o spedizioni postali internazionali. Giunta nella Penisola, poi, la droga veniva spostata in auto, taxi cinesi o in treno e rivenduta “all’ingrosso” a un ristretto gruppo di acquirenti cinesi o filippini o, in casi eccezionali, italiani.

Seguendo gli spostamenti della droga, le autorità hanno scoperto che una parte delle sostanze stupefacenti non veniva rivenduta a terzi ma usata per rifornire una discoteca situata nella periferia sud-est di Roma all’interno della quale era presente una “casa d’appuntamenti” gestita dall’organizzazione criminale. La casa d’appuntamenti era riservata esclusivamente a clienti di nazionalità cinesi. Le ragazze sfruttate, anch’esse cinesi, offrivano ai clienti prestazioni sessuali e droghe sintetiche sotto il controllo dei rispettivi responsabili.

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