Navi alla Guardia costiera libera, così forniamo sostegno agli aguzzini libici

Consegnate a Messina altre due navi alla cosiddetta Guardia costiera libica, anche dopo le accuse delle Nazioni Unite.

Navi alla Guardia costiera libera, così forniamo sostegno agli aguzzini libici

A leggere il comunicato ufficiale vengono i brividi. “Nell’ambito del progetto europeo Sibmmil (Support to Integrated border and migration management in Libya), sono state consegnate ieri presso l’Arsenale militare di Messina due unità navali “Classe Currubia” alla delegazione tecnica della Guardia costiera libica.

Lo riferisce un comunicato dell’Agenzia industrie difesa. Le due imbarcazioni, oggetto di preventive operazioni di refitting e rimessa in efficienza da parte delle maestranze dell’Agenzia industrie difesa, rientrano nell’intesa tecnica stipulata tra il ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale dell’immigrazione e della Polizia delle frontiere e l’Agenzia industrie difesa”.

L’Italia continua a fornire mezzi, oltre ai soldi, alla cosiddetta Guardia costiera libica, una masnada di criminali (talvolta addirittura trafficanti appena dismettono la divisa) che nel nostro Paese si insite a voler rivendere come imprescindibili alleati nella lotta “all’immigrazione clandestina”.

I diritti violati della cosiddetta Guardia costiera libica

Cosa sia la cosiddetta Guardia costiera libica lo descrive un rapporto dell’Onu che spiega come esistano “fondati motivi per ritenere che il personale di alto rango della Guardia costiera libica, dell’Apparato di sostegno alla stabilità e della Direzione per la lotta alla migrazione illegale abbia colluso con trafficanti e contrabbandieri, che sarebbero collegati a gruppi della milizia, nel contesto di intercettazione e privazione della libertà dei migranti.

La Missione – scrive l’Onu – ha inoltre trovato ragionevoli motivi per ritenere che le guardie abbiano chiesto e ricevuto il pagamento per il rilascio dei migranti. Traffico, schiavitù, manodopera forzata, reclusione, estorsione e contrabbando hanno generato entrate significative per individui, gruppi e istituzioni dello Stato”.

La cerimonia nascosta

Una celebrazione per festeggiare il fiancheggiamento di un gruppo criminale. Sarà per questo che la cerimonia è stata fatta alla chetichella e il comunicato stampa è uscito solo il giorno successivo. La discussione generale sulle missioni internazionali avviata ieri a Montecitorio è stata l’occasione per riprendere il filo.

“Per quanto riguarda la Libia – spiega il deputato del PD, Fabio Porta – il Partito democratico ha espresso la sua contrarietà sul punto riguardante il rifinanziamento della missione di supporto alla guardia costiera libica. Lo ha fatto proponendo degli emendamenti che sono stati respinti dal Governo nel corso della seduta congiunta delle commissioni Esteri e Difesa di ieri. A distanza di anni dal memorandum Italia-Libia, infatti, c’è la concreta necessità di un cambiamento di strategia che tenga insieme la difesa degli interessi italiani e il rispetto dei diritti umani”.

Rassicurazioni che ha chiesto anche il M5S “affinché i diritti umani vengano effettivamente rispettati, anche alla luce delle varie inchieste che abbiamo visto ma anche dell’ultimo report Onu”. “Rassicurazioni che anche in questo caso non ci sono state date, per cui non possiamo votare a favore di questo decreto”, spiega la deputata Vittoria Baldino, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera.

Esulta ovviamente la maggioranza. Con sprezzo del ridicolo esulta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: “la sinistra sta con i trafficanti”, dice. Non deve aver capito di averli appena armati.