No alla governatrice Bce. I 5 Stelle ricordano che massacrò la Grecia. Parla l’europarlamentare 5S, Pedicini: “Lagarde al Fondo monetario fu durissima”

“E’ la stessa che ha imposto, quando era a capo del FMI, misure draconiane alla Grecia”. L’eurodeputato M5S, Piernicola Pedicini, spiega così l’astensione dei Cinque Stelle sulla nomina della nuova presidente Bce, Christine Lagarde.

Il Movimento 5 Stelle non ha sostenuto la nomina della Lagarde alla presidenza della Bce. La scelta di astenervi, però, assomiglia più a un giudizio sospeso che ad un voto contrario. Qual è la vostra posizione?
“Le parole sono tante e belle, i piani e i fatti sono tutti da vedere. Quello al Parlamento europeo era un voto consultivo. La sua nomina era stata già decisa dagli Stati membri. Anche per questa ragione ci siamo astenuti. La Lagarde parla oggi di cittadini e di politiche verdi. È un linguaggio nuovo e positivo, ma la Lagarde è la stessa che ha imposto, quando era a capo del FMI, misure draconiane alla Grecia. Ha ammesso lei stessa, in ritardo, gli errori commessi. Vuole fare ammenda e cambiare? Lo dimostri”.

Aspetterete la Lagarde alla prova dei fatti ma, considerati i giudizi espressi in passato sul suo operato al vertice del Fondo monetario internazionale, cosa giustificherebbe una cambio di opinione dei Cinque Stelle nei suoi confronti?
“Sappiamo che non è la Lagarde, ma gli Stati membri, a cambiare le Statuto della Bce, ma il suo parere conta. Per noi una svolta sarebbe quella di cambiare il mandato della Bce inserendo fra i suoi obiettivi anche la crescita economica e la piena occupazione. L’ossessione per l’evoluzione dei prezzi è antistorica e oggi non risponde più alle esigenze europee”.

Draghi chiude il suo mandato riattivando il bazooka della Bce, che si prepara a sparare 20 miliardi al mese nell’economia Ue. Si aspetta che la Lagarde prosegua su questa rotta?
“Sì, la Lagarde ha detto in audizione nella Commissione Problemi Economici del Parlamento europeo che avrebbe continuato con le politiche monetarie espansive avviate dal suo predecessore se ce ne fosse stato bisogno. Non prevedo cambi di rotta fra la gestione Draghi e quella Lagarde, d’altronde l’economia europea sta rallentando e questo è un problema. Tuttavia, siamo preoccupati perché queste politiche devono essere affiancate da misure volte a ostacolare i tassi bassi. La liquidità deve arrivare direttamente all’economia reale, ai cittadini”.

Solo poche settimane fa, al contrario, il Movimento 5 Stelle è stato decisivo per l’elezione della Von der Leyen alla guida della Commissione Ue. In quell’occasione, nonostante gli stretti legami con la Merkel, non avete avuto gli stessi dubbi sollevati oggi sulla Lagarde. Come mai?
“Sono due cose completamente diverse. Noi abbiamo incontrato Von der Leyen, le abbiamo portato il nostro programma e lei lo ha fatto in parte proprio. Grazie alla nostra azione politica presto avremo un salario minimo europeo, un green new deal, un sussidio di disoccupazione in caso di crisi e i ricollocamenti dei migranti. Ma anche in questo caso la nostra fiducia non è una cambiale in bianco”.

Salvini vi accusa di aver dato ad un Governo, il Conte 2, asservito agli interessi dell’Europa. L’astensione sulla Lagarde è una risposta anche al vostro ex alleato?
“No. La Lega ha scelto di non contare nulla in Europa. Passeranno cinque anni a fare propaganda inutile, mentre noi incideremo sulle politiche europee”.