Nomine al Pirellone, la Finanza negli uffici della Regione Lombardia. Nuove acquisizioni nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge il governatore Fontana per l’incarico al suo ex socio di studio

Prosegue, con nuove acquisizioni di documenti, l’inchiesta milanese che vede coinvolto il Governatore lombardo, Attilio Fontana, indagato per abuso d’ufficio relativamente alla nomina, in un organismo regionale, del suo ex socio di studio ed ex consigliere regionale di Forza Italia, Luca Marsico. La Guardia di Finanza di Milano si è recata nuovamente nella sede della Regione Lombardia per acquisire alcuni documenti in concomitanza con la richiesta di proroga delle indagini che i pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri inoltreranno nei prossimi giorni al gip Raffaella Mascarino. Al centro degli ulteriori approfondimento sollecitati dagli inquirenti agli investigatori delle fiamme gialle ci sarebbe proprio l’iter che portò alla nomina di Marsico.

In particolare i pm milanesi intendono valutare se la vicenda contestata al governatore Fontana sia da inquadrare come un illecito amministrativo, come sostiene il suo avvocato Jacopo Pensa, o come un reato penale, per l’appunto l’abuso d’ufficio. La prima ipotesi comporterebbe una richiesta di archiviazione, mentre la seconda un eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Fontana, lo scorso 13 maggio, nel corso di un interrogatorio davanti agli stessi pm, aveva rivendicato come una sua scelta quella nominare l’ex socio per un incarico, da 11.500 euro all’anno, come componente del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti della Regione. Una nomina, aveva spiegato Fontana, utile a non disperdere le competenze dell’ex consigliere regionale azzurro.

Il legale del governatore, nei giorni scorsi, aveva presentato in Procura anche una seconda memoria, dopo una prima in cui sollecitava l’archiviazione dell’inchiesta. “Voglio verificare – ha commentato lo stesso avvocato Pensa – in senso positivo la richiesta di documenti avanzata oggi dal pubblico ministero. Dovendo decidere in ordine alla mia richiesta di archiviazione della posizione del presidente Fontana, evidentemente la procura intende dare risposte che non lasciano spazio a dubbi o ad errori di diritto”.

“L’intento di verificare l’eventuale esistenza di un conflitto di interessi – ha aggiunto il legale del presidente Fontana – non può che significare l’abbandono della originaria ipotesi accusatoria fondata sulla violazione del principio costituzionale di trasparenza. Ben venga l’approfondimento di tale tema che spazzerà via ogni residuo dubbio che i pm possono avere. Rimaniamo il mio assistito ed io nella fiduciosa convinzione che la documentazione oggi acquisita chiarirà definitivamente la vicenda”.