Nomine da fine impero. Regalino in extremis per il renziano Simoni. Palazzo Chigi rinnova il consulente: resterà anche col prossimo Esecutivo

Nomine da fine impero. Regalino in extremis per il renziano Simoni. Palazzo Chigi rinnova il consulente: resterà anche col prossimo Esecutivo

di Stefano Sansonetti

Nasce calendiano, diventa super renziano e nell’ultimo anno si ritrova giocoforza gentiloniano. Di sicuro resterà a Palazzo Chigi anche con il futuro premier, almeno fino all’estate del 2018. Tra le operazioni in zona Cesarini, quelle che vengono fatte in fretta e furia per confermare scranni e strapuntini, una ha riguardato Marco Simoni. Economista di estrazione London School of Economics, in questi anni Simoni è stato messo a fuoco soprattutto per le sue simpatie renziane. Del resto dal settembre del 2014, come fa trasparire anche il suo curriculum, è consigliere economico del presidente del consiglio dei ministri, con inquadramento all’interno del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica. Ma il suo incarico, del valore di 105mila euro lordi l’anno, sarebbe terminato il 15 settembre del 2017. Niente paura, però.

La mossa – Nei mesi scorsi, con la fine della legislatura alle porte, è subito scattata una conferma. A quanto si apprende dalle griglie dei consulenti del Governo, riportata on line, Simoni ha strappato un nuovo incarico da consulente dall’8 settembre 2017 al 30 giugno del 2018, quando sarà in carica un nuovo Esecutivo. Il tutto a fronte di un compenso ancora fissato in 105mila euro lordi (sebbene la durata dell’incarico sia leggermente inferiore all’anno). Insomma, per l’economista tanto stimato da Renzi è davvero un bel colpo. Anche perché, come si apprende dalla sua dichiarazione sostitutiva di atto notorio, in questi anni a palazzo Chigi il consulente è riuscito ad accumulare anche altre poltrone e stipendi. Risulta infatti consigliere di amministrazione di Arexpo, la società pubblica proprietaria dei terreni dove si è svolta l’Expo, con un emolumento annuo lordo di 30 mila euro. E risulta anche componente del Comitato di coordinamento di “Human Technopole”, dal nome della cittadella della scienza che dovrebbe nascere proprio sui terreni dove si è tenuta la medesima kermesse di Milano. Qui l’emolumento percepito è di 10 mila euro lordi l’anno. Da notare, come si evince sempre dal suo curriculum, che queste poltrone sono occupate da Simoni su indicazione del ministero dell’economia, che tra gli altri è azionista della suddetta Arexpo (insieme a Regione Lombardia e Comune di Milano). Ne viene fuori un quadro all’interno del quale l’economista è riuscito a raggranellare un bel po’ di posizioni.

I precedenti – La sua scalata, se così si può dire, risale al periodo del Governo di Enrico Letta, quando è stato nominato capo della segreteria tecnica dell’allora viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda (nel frattempo diventato numero uno del dicastero di via veneto). Passaggio che gli ha consentito di assumere anche altri incarichi, come quello di componente del Comitato di sorveglianza della North East Service Spa in amministrazione straordinaria, proprio su nomina del Ministero dello sviluppo. Per lui, come detto, il percorso è destinato a continuare ancora. A prescindere da quale colore avrà il prossimo Governo.

Tw: @SSansonetti