Non più “uoma” di successo. Ma al top e con famiglia. Cambia il modello a cui si ispira il gentil sesso in carriera. Le manager raccontano i segreti per raggiungere il potere

Sfatiamo un tabù. Nel mondo del lavoro le donne sono diventate più brave degli uomini. È un dato di fatto. Sono più precise, più scaltre e più coraggiose. È vero che sono ancora poche quelle al vertice di aziende o con cariche istituzionali, forse perché a volte commettono l’errore di non sapere con certezza che cosa in realtà vogliono. Quale sia il traguardo da tagliare. Tuttavia di molto buono c’è il fatto che aumentano sensibilmente le imprenditrici, soprattutto tra le under 30. L’ingiustizia che però fa più rabbia riguarda lo stipendio: in media guadagnano ancora meno rispetto agli uomini, nonostante abbiano un livello di istruzione superiore e spesso una famiglia sulle spalle. Seppure nella graduatoria tra i Paesi europei non stiamo poi messi così male: siamo al quarto posto nel salary gap. Quindi tra i 28 Stati c’è chi sta messo peggio. Un altro pregio delle donne è quello di non dire le bugie che dicono gli uomini quando sbagliano. I maschietti, infatti, non si sono ancora tolti il vizio di non riconoscere gli errori che fanno su lavoro (e nella vita privata). La donna invece sì. Sa prendersi le proprie responsabilità. Anche nella cattiva sorte. Quasi sempre è lei che decide di troncare un rapporto. Per carità, sono tutti concetti sui quali non si può generalizzare. Perché non tutti siamo uguali. Tuttavia, analizzando i casi, la media conferma la tendenza.

RUOLI DI PRESTIGIO
Qualcosa sta cambiando. Anche in Italia, ove il gentil sesso sta compiendo balzi in avanti. Non saranno passi da gigante, ma il cambiamento è già in atto. E si vede. I tempi di “Quanto zucchero presidente?” sono finiti. Ormai il potere e le donne viaggiano a braccetto. Ce lo spiega Maria Latella nel libro edito da Feltrinelli Il potere delle donne, confessioni e consigli delle ragazze di successo. Una fatica letteraria che raccoglie numerose interviste a donne che ce l’hanno fatta a cambiare lo stereotipo del Paese. Da Boldrini a Tarantola, da Pinotti a Barbara Berlusconi e Frida Giannini. Ma chi è la donna più potente d’Italia? Beh, non è facile dirlo con certezza. Proviamo a buttare i nomi che ci vengono in mente. Marina Berlusconi, presidente della Mondadori. Laura Boldrini presidente della Camera dei deputati. Anna Maria Tarantola, presidente della Rai. Susanna Camusso, leader della Cgil. Emma Marcegaglia presidente di Eni, ex numero uno di Confindustria. Laura Todini presidente di Poste italiane. Roberta Pinotti ministro della Difesa. Maria De Filippi, conduttrice e autrice televisiva. Le direttrici di tiggì Bianca Berlinguer, Monica Maggioni e Sarah Varetto.

IL SEGRETO
Ha ragione Maria Latella quando scrive che l’Italia è piena di modelli femminili a cui ispirarsi, per provare a essere non più “uoma di successo”, ma donne al top con tanto di famiglia. La Pinotti racconta che ha deciso di studiare perché non ne poteva più di pulire i tavoli della trattoria dei suoi genitori. La Tarantola invece confessa il suo trucchetto che gli ha consentito fin dai tempi della scuola di essere sempre più avanti degli altri. In pratica si leggeva la lezione prima che il prof la spiegasse, in modo da fare domande mirate e da apparire più intelligente degli altri. Il motto della Boldrini invece è stato sempre quello di “Guai a deludere le aspettative”, mentre Frida Giannini, icona della moda, ha confessato che fin da piccola ha sempre “menato come un maschio”. Che dire invece di Barbara Berlusconi? Come si fa a non restare nel cono d’ombra con una padre così ingombrante? “Confrontarsi con uno come mio padre – ha confessato Barbara – è impossibile. Anche perché diventa insofferente quando si hanno opinioni diverse dalle sue. Però alla fine è capace di apprezzarle e di apprezzarmi”.