Nuovo Stadio del Milan a San Donato. I terreni acquistati dalla società dei fondi gestiti dalla Goldman Sachs

Il Milan ha comprato l’area San Francesco dove dovrà sorgere il nuovo stadio attraverso la società veicolo Sportlifecity Srl.

Nuovo Stadio del Milan a San Donato. I terreni acquistati dalla società dei fondi gestiti dalla Goldman Sachs

Il Milan ha comprato l’area San Francesco, attraverso la società veicolo Sportlifecity S.r.l.. A dirlo, ufficialmente, la società di Jerry Cardinale, che mercoledì ha voluto rispondere all’articolo “Il Milan esalta San Donato ma sul nuovo stadio il contratto resta top secret”, pubblicato da La Notizia due giorni fa.

Il Milan ha comprato l’area San Francesco dove dovrà sorgere il nuovo stadio attraverso la società veicolo Sportlifecity Srl

“In data 12 febbraio 2024”, ha comunicato il club, “è stato depositato presso la conservatoria (Ufficio Provinciale – Territorio di MILANO – Servizio di pubblicità immobiliare di MILANO 2) l’atto di compravendita del terreno di proprietà di Asio S.r.l., acquisito in data 8 febbraio 2024, da parte di Sportlifecity S.r.l.”. “Quanto all’ammontare allocato a bilancio”, continua la nota, “questi si riferiscono ai versamenti da parte dell’azionista di controllo RedBird per spese relative al progetto stadio, che comprendono la documentazione per la presentazione della domanda di variante urbanistica, i terreni oggetto del rogito e altri aspetti sempre legati al nuovo impianto. Dunque non solo l’investimento per il terreno, la cui cifra non è stata resa nota, ma è decisamente inferiore a 40 milioni di euro”.

Poche righe, che nelle intenzioni dei rossoneri, dovrebbero fare chiarezza su una faccenda che chiara non è affatto. Anche perché nel nostro articolo non mettevamo in dubbio l’acquisto dell’area – peraltro annunciato dalla società e riportato da tutti media, seppure con cifre sempre diverse -, quanto il fatto che il Comune di San Donato non avesse mai visto il rogito sottoscritto dai vecchi proprietari dell’area, Asio srl, appunto e il club. Semplicemente perché quel documento non è stato mai depositato.

Sia il proprietario del Milano Cardinale che il figlio di Scaroni hanno lavorato per la banca d’affari

Un dettaglio per nulla ininfluente, visto che il Comune sandonatese si appresta ad approvare una maxi-variante del piano regolatore, proprio in funzione della costruzione dell’impianto. E, ancora più grave, la giunta guidata dal sindaco Francesco Squeri sembra non avere alcuna intenzione di richiederlo. Del resto, come ha risposto la giunta ai consiglieri che avevano fatto un accesso agli atti (scoprendo così che l’atto non c’era), quello “è un atto di compravendita tra privati, non presente agli atti dell’ente”.

Così il Comune ha avviato un maxi-iter, con investimenti per centinaia di milioni (a carico delle pubbliche finanze), a occhi chiusi. Non sa, per esempio, se esistono tra Milan-Sportlifecity e Asio clausole di wayout o condizioni che prevedano la nullità dell’accordo. Il sindaco Squeri ha molta fiducia nel club, ma  quando si amministra la cosa pubblica, il primo dovere è la sicurezza degli investimenti. Il secondo è la trasparenza degli atti.

Ma chi è Asio, la società che ha venduto per una cifra segreta l’area di San Francesco? Le prime notizie su questa Srl con sede a Siena e con 30 mila euro di capitale sociale, risalgono al 2001, quando lanciò una offerta pubblica per l’acquisto di azioni ordinarie di Immobiliare Metanopoli, società interamente posseduta da SNAM/Eni Spa, di cui gestiva il patrimonio immobiliare.

Il 24 gennaio 2002, con atto di fusione per incorporazione, Asio incorpora Immobiliare Metanopoli, proprietaria a San Donato dell’area “Consorzio Quartiere Affari”, nella quale rientra anche l’area San Francesco. Quando compra Immobiliare Metanopoli, Asio ha un capitale interamente posseduto da WH13/Twenty-Nine B.V. (“WH13”), società di diritto olandese, che è, a sua volta, interamente controllata da Whitehall Street Real Estate Limited Partnership XIII, fondo di investimento costituito in forma di limited partnership ai sensi della legge del Delaware.

Whitehall, a sua volta, fa parte di una serie di fondi di investimento immobiliari, gestiti da Goldman Sachs Group. La società dove per vent’anni ha lavorato proprio Gerry Cardinale, attuale proprietario del Milan. E dove prestava la sua opera come Financial Analyst nell’Investment Banking Division anche Bruno Scaroni, figlio di Paolo (attuale presidente del Milan). Paolo Scaroni, già Ad di Eni, che in qualità di presidente del Milan avrebbe comprato proprio da Eni alcune porzioni di terreno limitrofe all’area San Francesco, per un prezzo rimasto segreto. Perché anche quello è un contratto tra privati…