O la borsa di studio o la vita. Le università italiane cadono a picco. Ogni quattro idonei uno resta senza assegno. Così 50mila studenti rimangono a bocca asciutta

Quello che sembra a guardare i dati è che quella delle borse di studio dell'università sia una vera e propria rapina. Ecco i dati.

O la borsa o la vita. Già, perché quello che sembra a guardare i dati è che quella delle borse di studio sia una vera e propria rapina. Nell’anno accademico 2014-2015, infatti, uno studente su quattro avente diritto al premio economico non ha ricevuto nulla. In numeri, parliamo di 139.170 beneficiari a fronte di 188.612 cosiddetti idonei, che poi sono coloro che hanno maturato il diritto a ricevere l’assegno che aiuta a sostenere le spese per laurearsi. Quasi cinquantamila studenti in regola, quindi, sono fuori, solo perché i bilanci regionali non possono contemplare il pagamento delle borse di studio.

Ma non basta. Perché quello che emerge dai dati è che, con il passare del tempo, la percentuale di coloro che godono fattivamente del fondo si abbassa di anno in anno. Di poco, ma è scesa: dal 74,25% del 2013-14 al 73,89% del 2014-15. Della questione si è interessata anche la Fondazione Agnelli: nei sette anni, 2007-2014 i beneficiari sono passati da 151 mila a 139 mila e le previsioni per il 2015-2016 parlano di un’ulteriore perdita di quattromila universitari.

Nel 2014 nove regioni su venti avevano bonificato la borsa di studio a tutti gli studenti idonei. Solo due erano del Sud: Abruzzo e Basilicata. In Toscana una singola borsa di studio annuale vale 3.707 euro lordi, in Emilia Romagna 3.650, in Sardegna 1.200 euro.