Omicidio Willy, frase choc della mamma dei fratelli picchiatori di Artena: “L’hanno messo in prima pagina manco se fosse morta la regina”

La madre dei fratelli Bianchi, accusati dell'omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, è stata intercettata mentre parlava con uno di loro.

Omicidio Willy, frase choc della mamma dei fratelli picchiatori di Artena: “L’hanno messo in prima pagina manco se fosse morta la regina”

“L’hanno messo in prima pagina manco se fosse morta la regina”. Sono queste le parole choc pronunciate dalla madre dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, i due giovani romani in carcere da un anno per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne morto a Colleferro dopo essere stato pestato (leggi l’articolo). Le parole della madre, pubblicate da Repubblica, sono state carpite nel corso di un’intercettazione telefonica mentre la stessa parlava con il figlio Gabriele.

“Non ci sta più nessuno – dice a Gabriele – ti hanno abbandonato tutti amore mio! Si tenemo venne (ci dobbiamo vendere) le macchine, tutto perché non c’è rimasto più niente. Quel poraccio di padrito (tuo padre) quello te lo dico non tiene coraggio a venì né qua, né da ti e né da.. sennò gli piglia l’infarto”.

“Quando sarà tutto finito, quante persone mi levo dananzi (davanti).. quante!”. Per lei la donna la morte di Willy è stata una “disgrazia”, non è “morta la regina”, i figli stanno in carcere “da innocenti” e soprattutto non si fida “più di niciuno (nessuno)”. “Una volta dimostrato… Tutta quella fanga – aggiunge in un altro passaggio delle intercettazioni – che ci hanno messo in cima e che hanno visto l’innocenza di te e di tuo fratello saremmo soltanto noi famiglia a casa mia”.

Non se la passano bene in carcere Marco e Gabriele Bianchi e il loro presunto complice Mario Pinciarelli. Sono maltrattati e vessati dagli altri detenuti, sono costretti ad una vita solitaria. “Marco sta sempre da solo – scrive FrosinoneToday -, si fa i capelli da solo, cucina da solo, lava da solo. Lo chiamano ‘infame’. Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le merde. Qualcuno gli avrebbe sputato addosso, altri gli avrebbero messo un chiodo dentro il dentifricio, altri ancora gli avrebbe sputato nella pasta”.

Il processo, davanti la Corte d’Assise presso il tribunale di Frosinone, a carico dei quattro giovani di Artena accusati di aver ucciso a pugni e calci, il 21enne di Paliano, si è aperto a giugno (leggi l’articolo). Il violento pestaggio, che non lasciò scampo al giovane, avvenne la notte tra il 5 ed il 6 settembre 2020. I familiari del giovane cuoco italo-capoverdiano si sono costituiti parte civile e sono stati ammessi nel processo insieme ai Comuni di Artena, Paliano e Colleferro.

I quattro imputati sono accusati di omicidio volontario. Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Velletri – aveva scritto a febbraio il gip – “conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati, non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima”.