Paolo Romani è indagato per peculato. L’ex senatore avrebbe sottratto denaro dai conti di Forza Italia. La Finanza gli ha sequestrato oltre 344mila euro

L'ex senatore azzurro Paolo Romani è accusato dalla Procura di Milano di peculato. Avrebbe sottratto denaro dai conti di Forza Italia.

Paolo Romani è indagato per peculato. L’ex senatore avrebbe sottratto denaro dai conti di Forza Italia. La Finanza gli ha sequestrato oltre 344mila euro

Paolo Romani, ex senatore di Forza Italia oggi con Giovanni Toti in “Italia al centro”, è indagato per peculato. Romani è accusato di aver sottratto oltre 344mila euro dai conti del suo ex partito per scopi non istituzionali.

Paolo Romani è indagato per peculato a Milano

Paolo Romani è indagato per peculato: l’accusa è di aver sottratto denaro dai conti del suo ex partito, Forza Italia, quando ne era capogruppo al Senato. La Guardia di finanza di Milano, su richiesta della pm Franca Macchia, ha eseguito nei suoi confronti un sequestro preventivo, emesso la scorsa settimana dal gip, “fino alla concorrenza di 344.348,31 euro”, fondi del partito che per l’accusa sarebbero stati utilizzati – tra il 2015 e il 2018 – per finalità non istituzionali.

L’indagine che coinvolge l’ex senatore Romani riguarda alcune “somme giacenti su conti correnti detenuti presso due istituti di credito nonché un immobile, intestato alla persona sottoposta a indagini nel Comune di Cusano Milanino”.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip lo scorso 6 ottobre ed è stato eseguito oggi, come si legge in una nota del Procuratore della Repubblica di Monza, Claudio Gittardi, che coordina l’indagine con il pm Franca Macchia.

All’ex senatore di Forza Italia sono stati sequestrati 344mila euro

L’indagine della Guardia di Finanza ha fatto emergere come il senatore, tra il 2013 e il 2018, “avendo la disponibilità di somme di denaro giacenti” sul conto del partito presso una banca di “Palazzo Madama e intestato al gruppo Forza Italia e con delega a suo favore”, riporta il capo di imputazione, “si appropriava dell’importo complessivo di 83 mila euro”, tramite tre assegni emessi a sua firma “e a sé intestati”, per poi depositarli sul proprio conto corrente, in una filiale di Cinisello Balsamo (Milano). Altre due operazioni analoghe sono state riscontrati da finanzieri nei movimenti dei Romani.

 

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