Papa Francesco sempre più vicino all’Ucraina. “Non c’è vittoria in una guerra. Comprare armi non è la soluzione”. Il gesuita Spadaro: “La retorica religiosa di Putin è blasfema”

Papa Francesco è tornato a parlare della guerra in Ucraina nel corso dell’udienza generale. L'ambasciata ucraina: "Faremo il possibile per organizzare la visita".

“Preghiamo perché i governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione al problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace”. È quanto ha detto, Papa Francesco, nel corso dell’udienza generale parlando della guerra in Ucraina. “Le notizie delle persone sfollate, delle persone che fuggono – ha detto Bergoglio -, persone morte, ferite, tanti soldati caduti, di una parte e dell’altra, sono notizie di morte”.

Papa Francesco: “La soluzione è lavorare insieme per la pace”

“Chiediamo al Signore della vita – ha continuato Papa Francesco – che ci liberi da questa morte della guerra. Con la guerra tutto si perde, tutto. Non c’è vittoria in una guerra, tutto è sconfitto. Il Signore invii il suo spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità, perché ci liberi da questo bisogno di autodistruzione”.

“Putin usa le parole di Gesù (‘Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici’) – scrive in un editoriale su Famiglia Cristiana il gesuita padre e direttore di La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro – per giustificare l’invasione e l’odio. La concezione tribale della religione e dell’amicizia è, però, l’opposto del Vangelo, che invece si fonda sull”amate i vostri nemici’. La retorica religiosa del potere e della violenza è blasfema”.

Si continua a parlare di una possibile visita di Papa Francesco in Ucraina, dopo il colloquio telefonico di ieri con il presidenza ucraino, Volodymyr Zelensky (leggi l’articolo). Per padre Spadaro sarà possibile al “momento giusto” quando potrà essere “davvero fruttuosa a tutti i livelli”. “Bisogna ricordare che Francesco ama toccare le ferite con la propria mano. Pensiamo alla visita a Bangui – ha ricordato il gesuita a La Gazzetta del Mezzogiorno -, nella Repubblica Centrafricana, avvenuta nel contesto di un conflitto. Tuttavia sa che deve arrivare il momento giusto perché la visita sia davvero fruttuosa a tutti i livelli, incluso quello del rispetto delle relazioni ecumeniche. Devono esserci le condizioni. Pensiamo, ad esempio, che la visita nel Sud Sudan che Francesco farà a luglio avverrà cinque anni e mezzo dopo aver detto pubblicamente di voler fare questo viaggio perché adesso ci sono le condizioni. C’è da fidarsi del suo discernimento”.

L’ambascitore ucraino in Italia: “Faremo il possibile per organizzare la visita di Papa Francesco”

“Apprezziamo tantissimo il ruolo della Santa Sede” ha detto a Sky Tg24 l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk. “Faremo il possibile per organizzare questa visita – ha aggiunto – ma non tutto dipende da noi: dobbiamo prima di tutto cessare il fuoco per garantire la sicurezza del Papa durante il suo viaggio in Ucraina”.