Partita la nuova missione di Enea e Cnr in Antartide. Riaperta alle ricerche la base scientifica italiana “Mario Zucchelli” nella Baia Terra Nova

Partita la missione italiana di Enea e Cnr in Antartide

Con l’apertura della base scientifica italiana “Mario Zucchelli” nella Baia Terra Nova, in Antartide, è partita la nuova campagna estiva del Programma nazionale di ricerche al Polo Sud, finanziata con 23 milioni di euro dal ministero dell’Istruzione e condotta da Enea e Cnr. La missione durerà 4 mesi durante i quali scienziati e tecnici italiani opereranno in condizioni ambientali difficili, sfidando forti raffiche di vento e basse temperature (come i -40/50°C che si registrano in questo periodo nella stazione italo-francese Concordia, nel cuore del continente a 3.300 metri di quota).

La campagna estiva prevede la partecipazione di 250 tra tecnici e ricercatori, sia italiani che stranieri, a supporto di circa 50 progetti di ricerca, dall’ecologia alla medicina dall’astronomia alla farmacologia, che saranno svolti presso le basi antartiche nazionali e internazionali, nel clima di collaborazione internazionale che caratterizza l’unico continente riservato interamente alla scienza, nonché uno dei principali motori del sistema climatico del nostro pianeta.

Il gruppo di apertura della spedizione, formato da 20 persone, è partito da Christchurch (Nuova Zelanda) con un volo del programma antartico statunitense diretto alla stazione McMurdo, per raggiungere il giorno seguente a bordo di due piccoli aerei (un Twin Otter ed un Basler) la base italiana “Mario Zucchelli” sul promontorio di Baia Terra Nova, atterrando sul ghiaccio di Tethys Bay. Il capo spedizione Alberto Della Rovere, tecnici specializzati dell’Enea, personale delle Forze Armate addetti alla sala operativa, piloti di elicottero, un medico e un cuoco hanno provveduto al ‘disgelo’ della base rimasta chiusa durante il lungo inverno australe quando le temperature, più ‘miti’ sulla costa, scendono fino a -40°C. Questo primo gruppo ha riattivato i servizi della base e soprattutto ha preparato la pista di 3 km sul pack di ghiaccio idonea ad ospitare i servizi di trasporto intercontinentali, che per la prima volta quest’anno vengono realizzati attraverso la combinazione di ben quattro differenti vettori aerei.

Nel corso di questa campagna estiva proseguiranno i lavori per realizzare su terra a Boulder Clay, l’aviopista che renderà la base “Mario Zucchelli” un punto di riferimento anche per le basi vicine. Questo progetto, tutto italiano, sarà di fondamentale importanza per l’autonomia aerea del Pnra anche nei mesi successivi alla rottura del pack, che in genere avviene alla fine di novembre.