La sicurezza dell’Eni ha funzionato perfettamente. Poteva essere una tragedia la clamorosa esplosione all’interno della raffineria Eni di Sannazzaro dè Burgondi, una delle più grandi d’Italia. Dalla raffineria, verso le 16 di ieri, si è innalzata una colonna di fumo nero visibile a decine di chilometri di distanza. “Sono 50 anni che abito qua e non ho mai visto una cosa del genere. Le fiamme e il fumo facevano veramente paura, ma adesso mi sembra sia tutto tornato nella norma’’: è quanto ha raccontato all’Ansa un abitante di Pieve del Cairo, paese a poca distanza dalla raffineria Eni andata in fiamme nel pomeriggio. “Sono passati gli uomini della Protezione Civile con i megafoni per dirci di tenere chiuse finestre e porte almeno per questa sera”. Il Comune, infatti, nell’immediato ha fatto un appello alla popolazione perché rimanesse in casa per sicurezza. “In ogni caso – ha detto l’assessore alla protezione civile Roberto Fuggini, subito accorso sul posto – per precauzione abbiamo chiuso le strade adiacenti alla raffineria e avvertito la popolazione con sms, annunci sul sito e sulla pagina Facebook e megafoni, invitando tutti a restare in casa. E’ uno dei più grossi incidenti che si siano mai verificati in questo impianto”. Sul posto sono arrivate immediatamente squadre di vigili del fuoco da tutta la provincia per dare una mano alle squadre interne, che hanno prontamente sedato le fiamme.
Dramma sfiorato – L’incendio avrebbe potuto trasformarsi in un vero e proprio dramma. Ma per fortuna così non è stato. “La situazione – ha fatto sapere in serata l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera – è al momento sotto controllo, l’Azienda Sanitaria pavese si è immediatamente mobilitata e gli operatori si trovano sul posto per verificare lo stato di salute dei dipendenti, dei quali solo uno risulta intossicato e preso in cura dal soccorso sanitario”.
Rischio ambiente – L’allerta, però, resta alta. Nonostante l’Eni abbia immediatamente chiarito che sono stati attivati subito i sensori per la qualità dell’aria, gli occhi sono ovviamente puntati sull’eventuale inquinamento atmosferico. I sindacati hanno fatto sapere che domani ci sarà un incontro con l’azienda. Ma sull’incendio è intervenuto anche il Wwf che ha chiesto “immediate misure di emergenza per valutare i danni e tutelare le persone e l’ambiente nell’immediato e in futuro”. Secondo l’associazione ambientalista, a destare preoccupazione sono l’idrogeno solforato, un vero e proprio veleno, e altre sostanze tossiche usate nel processo e prodotte anche dalla combustione. La Regione, però, tranquillizza: la situazione è sotto controllo. Almeno per ora.