Pensioni, opposizioni scatenate. Ma approvarono la Fornero. Da Berlusconi a Salvini è un coro di proteste

È il colmo che chi ha votato il taglio delle pensioni deciso dal governo Monti adesso contesti il governo renzi perché non restituisce tutto. Matteo Renzi ha terreno facile nel far esplodere come un fuoco d’artificio l’incoerenza di chi – come Forza Italia – approvò la manovra Fornero. “Noi stiamo rimediando ai danni che hanno fatto loro”, ha detto il premier ricordando che quando proprio i parlamentari di Berlusconi (e non solo) approvavano il taglio delle pensioni lui “tappava le buche nella città di Firenze”, cioé faceva giusto il sindaco. Di qui il rinvio al mittente delle numerose critiche definite “semplicemente ridicole”.

Da Silvio Berlusconi non è arrivato però nessuno sconto. Sono giorni di campagna elettorale per le Regionali, d’altra parte e la demagogia si offre a quintali. “L’iniziativa di Renzi è assolutamente inaccettabile. La sentenza della Consulta – ha osservato il Cavaliere – è stata chiara: bisogna restituire a tutti i pensionati quello che è stato loro tolto e che la Corte ha giudicato non corretto”. Come al solito ancora più drastico il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha chiesto anche lui i rimborsi integrali ma in più ha aperto un fronte giudiziario sugli esodati.

Abbiamo dato incarico ad un legale per presentare ricorso contro la legge Fornero alla corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo’’, ha annunciato Salvini in conferenza stampa. Tutti gli esodati potranno firmarla, ha spiegato, dicendo che ci sono almeno altre 50mila persone non coperte da alcuna salvaguardia. Sullo stesso fronte le associazioni del consumatori con il Codacons che ha già annunciato nuovi ricorsi, anche se è stato lo stesso ministro del tesoro Padoan a mettere le mani avanti facendo notare che con questo decreto le cose sono cambiate. Un motivo in più per spiegare la tempistica della decisione presa ieri dal governo. L’altra grande critica dalle opposizioni politiche tocca infatti l’opportunità di questi rimborsi – per quanto leciti e insufficienti – a ridosso però proprio del voto regionale. “Sulle pensioni – ha risposto Renzi – non si scherza. Non abbiamo fatto le corse per non sentirci dire che lo facciamo in vista delle elezioni, è una follia”. Il premier ha comunque ribadito che anche l’esecutivo ha appreso dalle agenzie la decisione della Consulta e in due settimane ha trovato la soluzione. “Non c’è nessuna tensione pre-elettorale, vera o presunta”, ha aggiunto, spiegando che si è voluta dare subito una soluzione per dare un messagio forte ai partner europei. Un messaggio che va anche “ai mercati internazionali e ai pensionati, e lo facciamo partendo da presupposti che la grande questione delle pensioni va affrontata”, ha tagliato corto il premier.