Per la politica l’autunno sarà più caldo di Ferragosto

di Gaetano Pedullà

Aveva detto che si sarebbe preso un po’ di tempo per riflettere, ma già ieri mattina dopo la lettura dei giornali Silvio Berlusconi ha capito tutto: con belle parole, fermezza istituzionale, persino una porticina lasciata socchiusa su una possibile grazia da valutare in futuro, Giorgio Napolitano l’ha stretto a un angolo dal quale rischia di non uscire mai più. Altro che apertura del Colle! Altro che agibilità politica! Altro che pacificazione nazionale! Interpretazioni ardite o interessate a parte, dopo troppi anni di bipolarismo muscolare il messaggio del Presidente della Repubblica apre sì la strada a una pacificazione della politica italiana, ma ad una condizione tutt’altro che irrilevante: la scomparsa dalla politica del leader del centrodestra. E mentre ci siamo, il divieto di staccare il respiratore a un governo col respiro corto, così da far riprendere fiato anche a quella parte della Sinistra abbandonata da una parte dagli dagli elettori disillusi e assediata dall’altra da Matteo Renzi, con quel grido di battaglia – rottamazione – suggestivo e vincente. Dunque il Cav ha capito e in questi giorni di metà agosto metterà a punto la sua risposta al Quirinale. Berlusconi non ha più gli stessi anni di quando scese in campo. Governare stanca e vedersi per la prima volta condannato non c’è dubbio che spezza corde profonde sotto l’aspetto umano prima ancora che politico. Da qui a farsi da parte però ce ne corre. E se c’è già chi si cimenta con le prove tecniche di un nuovo centrodestra senza il Cavaliere (gli ultimi Tosi e Meloni), difficilmente, nell’immediato, l’attuale polo moderato potrà fare a meno del suo leader carismatico. Con queste premesse la politica italiana ci augura un “caldo” ferragosto. E non serve essere esperti di meteo per prevedere che subito dopo sarà una stagione ancora più torrida, tra le decisioni su Imu e Iva, l’epilogo giudiziario del Cav e le contorsioni del Pd, verso il congresso, e del Pdl, diviso tra la ricerca di nuovi leader e il rischio balcanizzazione.