Sigfrido Ranucci e l’inviato di Report, Giorgio Mottola non hanno diffamato l’avvocato Maria Cristina Fontana, figlia del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella puntata andata in onda il 19 ottobre del 2020. A stabilirlo ieri il giudice del tribunale di Varese, Andrea Crema, che ha assolto i due giornalisti dall’accusa di diffamazione “perché il fatto non costituisce reato”.
L’accusa aveva chiesto una condanna ad un’ammenda di 700 euro per ciascuno degli imputati. L’avvocato di parte civile Fabio Schembri, che nell’arringa aveva più volte definito “sessista” il servizio per i commenti ritenuti offensivi contro l’avvocatessa Fontana, comparsi sotto il post del trailer della puntata, aveva invece chiesto un risarcimento di 30mila euro.
La difesa ha sostenuto non solo che l’intento dei giornalisti fosse esclusivamente informativo e che il servizio rientrasse pienamente nel diritto di cronaca e critica, ma ha anche sottolineato come il trailer contestato non facesse nemmeno parte del capo d’imputazione…
Il servizio sui contratti della figlia di Fontana con le Asst lombarde
Nel servizio a Maria Cristina Fontana si contestava un presunto conflitto di interesse in merito a incarichi svolti dalla professionista per Asst Nord Milano. Fontana aveva ribattuto che, in realtà, i suoi incarichi erano in capo alla società assicurativa alla quale l’Azienda Socio Sanitaria si appoggia. Secondo la parte civile quanto asserito nel corso della trasmissione mirava a trasmettere il messaggio che Fontana fosse stata agevolata dal padre negli incarichi professionali. Nonostante la sconfitta, i legali della Fontana hanno annunciato che continueranno l’azione legale in sede civile.