Peter e Laura Neumair, i coniugi di Bolzano uccisi dal figlio Benno

Peter e Laura Neumair erano due coniugi di Bolzano che purtroppo hanno perso la loro vita per mano del figlio Benno.

Peter e Laura Neumair, i coniugi di Bolzano uccisi dal figlio Benno

Peter e Laura Neumair erano due coniugi originari di Bolzano, che hanno perso la loro vita per mano del figlio Benno. Le loro ricerche sono durate 100 giorni fino al ritrovamento dei corpi e alla confessione del duplice omicidio del figlio.

Peter e Laura Neumair, i coniugi di Bolzano: chi erano

 Peter Neumair, 63 anni, e Laura Perselli, 68 anni erano sposati ed entrambi erano insegnanti. Dopo la pensione si erano dedicati a lunghe passeggiate. i due coniugi vivevano in un’elegante palazzina al civico 22 di via Castel Roncolo a Bolzano. Erano genitori di due figli. Benno, 30 anni, che viveva con loro, e Madè, 26 anni, laureata in medicina e specializzanda in ortopedia a Monaco.

In seguito all’indagini dopo la scomparsa dei coniugi, è emerso che i rapporti tra Benno e i genitori, in particolare il padre, non fossero per niente facili. La mamma, in alcuni messaggi, aveva espresso a delle amiche la preoccupazione per una situazione che stava diventando sempre più pesante nel rapporto tra padre e figlio.

I coniugi di Bolzano uccisi dal figlio Benno

Inizialmente, Benno Neumair, giovane laureato in scienze motorie e supplente di matematica in una scuola media di Bolzano, si era recato –  in data 5 gennaio 2021 –  presso la caserma dei carabinieri per denunciare la scomparsa dei genitori. Era stata la figlia però ad allertare tutti perché non riusciva più a mettersi in contatto con la madre.

Partirono immediatamente le ricerche dei due coniugi così come le indagini degli inquirenti. Dai primo sopralluoghi effettuati nella casa di via Castel Roncolo, i Ris trovarono delle tracce che Benno, secondo l’accusa, avrebbe cercato di cancellare utilizzando dell’acqua ossigenata. Una prima bottiglia di acqua ossigenata era stata trovata dagli inquirenti nel bagagliaio della Volvo, fermata mentre stava per entrare in un autolavaggio. Al volante c’era Benno, che in quell’occasione era accompagnato da una sua amica, una ventenne che aveva iniziato a frequentare da poco tempo.

Nel mirino della Procura è finito immediatamente il figlio Benno. L’ipotesi degli inquirenti è che dopo avere ucciso i genitori  e dopo averli caricati sulla Volvo V70 di famiglia, il 30 enne si sia liberato dei corpi gettandoli nell’Adige da un ponte di Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi. È lì che il 22 gennaio i carabinieri trovano una traccia di sangue: le analisi del Ris accertano che il sangue è di Peter Neumair. Dopo essersi difeso per settimane, Benno è crollato e si è lui stesso costituito confessando l’omicidio dei genitori.

Prima però era giunta la notizia del rinvenimento nel fiume Adige, il 6 febbraio del 2021, del corpo di Laura Perselli. Successivamente, Benno aveva poi confessato il duplice omicidio. Per il rinvenimento del padre, invece, si sarebbe dovuto attendere il 27 aprile 2021.

La riconoscenza della figlia ai soccorritori

La figlia dei coniugi Neumair ha trovato la forza di ringraziare i soccorritori per le ricerche non facili dei corpi dei suoi genitori. “Vogliamo ringraziarvi per tutto il vostro lavoro di ricerca dei nostri cari, Laura e Peter, fatto con grande impegno in questo periodo. Sappiamo – scrive Madè – quanto avete faticato per giornate intere, anche immergendovi nelle acque gelide dell’Adige e cercandoli ovunque sul nostro territorio”

“Vi ringraziamo moltissimo – prosegue il messaggio – per avere messo a disposizione la vostra professionalità, il vostro tempo e la vostra fatica per aiutarci. Abbiamo seguito le vostre ricerche, informandoci dai carabinieri di  Bolzano e abbiamo visto nelle immagini dei media quanti volontari abbiano collaborato”. E infine: “Vi siamo enormemente riconoscenti per averci ridato il corpo di mia sorella Laura e vi stimiamo moltissimo per tutto ciò che avete fatto per noi! Grazie dal cuore. Carla Perselli e familiari”, conclude il messaggio, pubblicato su Facebook dall’associazione dei vigili del fuoco dell’Alto Adige, Landesfeuerwehrverband Sudtirol.