Pieni poteri a Salvini. La Lega vuole il Viminale

Le priorità della Lega: stop al caro-bollette, flat tax, sicurezza, più cantieri, meno burocrazia e spingere su agricoltura, pesca e turismo.

Il consiglio federale della Lega ha ascoltato la relazione del segretario Matteo Salvini e gli ha confermato pieno mandato per proseguire i lavori con gli alleati per dare all’Italia un governo politico e all’altezza delle aspettative.

Le priorità della Lega: stop al caro-bollette, flat tax, sicurezza, più cantieri, meno burocrazia e spingere su agricoltura, pesca e turismo

Nel corso della riunione sono state approvate all’unanimità le priorità del partito: stop al caro bollette, estensione e rafforzamento della flat tax, sicurezza da riportare nelle città, via libera ai cantieri, taglio della burocrazia, valorizzazione di settori strategici come l’agricoltura, la pesca e il turismo.

Nel corso del consiglio federale del Carroccio sono stati ipotizzati gli scenari futuri, ribadito l’ottimo lavoro della Lega di governo, ricordata la necessità di riportare al centro “la buona politica” chiudendo così la stagione dei tecnici.

Salvini ha ricordato che la Lega ha donne e uomini di valore “che possono ricoprire incarichi di grande responsabilità” e alla fine ha confermato di avere “idee chiare” sul da farsi e sulla squadra da portare al governo.

Salvini al Viminale? Per Giorgetti il leader della Lega è “candidato naturale”

Avete consegnato una lista di ministri a Meloni? “No, no, c’è una lista di ministeri interessanti per la Lega, ma non abbiamo parlato di nomi” ha detto Giancarlo Giorgetti a Fanpage.it e Fattoquotidiano.it, al termine del consiglio federale della Lega. Il nome per il Viminale è Salvini? “Mi sembra una candidato naturale”, ha risposto Giorgetti.  “Farò quello che serve al Paese” ha detto, invece, il segretario della Lega.

Giorgia Meloni ha già No a un ritorno di Salvini al ministero dell’Interno. Una casella su cui la premier in pectore pare non voler cedere tanto da aver offerto al Capitano l’Agricoltura o le Riforme più l’incarico di vicepremier. La partita del Viminale sembra destinata ad essere giocata tra l’ex capo di gabinetto del Capitano, Matteo Piantedosi, oppure uno tra Antonio Tajani, Guido Crosetto e Ignazio La Russa.

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