Piero Amara: l’avvocato della Loggia Ungheria arrestato nell’inchiesta sull’ex Ilva. Coinvolto anche l’ex procuratore di Taranto Capristo

L'avvocato Piero Amara è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta sull'ex Ilva coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza. Nell'indagine è coinvolto anche l'ex procuratore di Taranto

Piero Amara: l’avvocato della Loggia Ungheria arrestato nell’inchiesta sull’ex Ilva. Coinvolto anche l’ex procuratore di Taranto Capristo

L’avvocato Piero Amara è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta sull’ex Ilva coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza. Nell’indagine è coinvolto anche l’ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo. Amara è al centro pure dell’inchiesta della Procura di Milano sul cosiddetto “falso complotto Eni”. Ai magistrati lombardi l’avvocato siciliano rilasciò dichiarazioni sulla presunta loggia Ungheria.

Piero Amara: l’avvocato della Loggia Ungheria arrestato nell’inchiesta sull’ex Ilva

L’indagine nasce dal fascicolo, di cui la Procura di Potenza è competente per il coinvolgimento di magistrati, che portò all’arresto di Capristo il 19 maggio dello scorso anno. L’ex procuratore capo della Procura jonica finì ai domiciliari con l’accusa di presunte pressioni a due magistrati insieme a tre imprenditori e ad un poliziotto. Per questa vicenda è iniziato il processo al Tribunale di Potenza.

Le misure riguardano l’avvocato siciliano Pietro Amara, l’ex procuratore Capristo, l’avvocato di Trani Giacomo Ragno e il poliziotto Filippo Paradiso. Nei confronti di Capristo il Gip ha disposto l’obbligo di dimora. Amara è stato consulente legale di Ilva quando l’azienda era in amministrazione straordinaria e, in tale veste, avrebbe avuto rapporti con Capristo.

L’inchiesta sulla Loggia Ungheria

Intanto il Procuratore Generale di Milano Francesca Nanni sta valutando se nell’inchiesta, aperta 4 anni fa e non ancora chiusa, sul cosiddetto ‘falso complotto Eni’, ovvero sul presunto depistaggio delle indagini sul blocco petrolifero nigeriano Opl245, sia ravvisabile o meno una “negligenza inescusabile” da parte dei pm o, se al contrario, non ci sia alcun elemento che possa prefigurare un’eventuale avocazione del fascicolo.

Sulla vicenda il pg, da quanto si è appreso, nei giorni scorsi ha ricevuto da Greco altre informazioni da inviare al Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, il quale non ha ancora formulato al momento contestazioni disciplinari al pm Storari. E questo perché è necessario, da quanto si è saputo, attendere l’esito dell’indagine bresciana.