Pignorata la sede romana della Regione Molise

di Antonello Di Lella
Perde un pezzo pregiato il tesoretto immobiliare della regione Molise. Vecchi debiti non onorati hanno causato il pignoramento della sede romana di via Nomentana. Stessa sorte ha rischiato la seconda sede presente nella capitale, quella di via del Pozzetto. Pericolo scampato. “Una sede istituzionale non è pignorabile”, spiega il neo governatore Paolo di Laura Frattura che vede, però, sfumare il piano del centrosinistra di vendere entrambi gli immobili nella capitale per far cassa. I soldi spesi in questi anni per uffici e palazzi dalla regione Molise costituiscono, infatti, una voce che grava pesantemente sui bilanci regionali. Acquisti e affitti in ogni dove. Spese non più sostenibili: per questo Frattura pensa a un bando di leasing in costruendo che impegni la Regione per un rateo di importo pari agli attuali affitti per un immobile di proprietà che accorpi tutti i servizi su terreni di proprietà regionale.

Immobiliare spa
Un ente col pallino del mattone. Sono circa 70 le sedi della regione Molise dove sono distribuiti 800 posti tra dipendenti e dirigenti. Ben 60 quelle in affitto per una spesa annua che si aggira intorno ai 3 milioni di euro. Ma negli anni non si è badato a spese con ben 25 milioni destinati all’acquisto di immobili, tra cui una sede a Bruxelles pagata 1,6 milioni di euro e con un’utilità quantomeno discutibile. Più della sede belga, però, fa discutere l’acquisto nel capoluogo di Regione dell’area ex stadio Romagnoli e dell’ex hotel Roxy dove sarebbe dovuta sorgere la nuova sede unica dell’ente. Un investimento a lungo termine, almeno così presentò l’operazione l’ex governatore Michele Iorio. Totale dell’affare 10,5 milioni di euro circa: con un albergo in totale abbandono e i resti dello stadio che ospitò i fasti della locale squadra di calcio in serie B, senza più tribune e spogliatoi, destinato ora ai coraggiosi atleti di rugby (che sfidano anche l’incuria più totale) e al parcheggio delle automobili. E, infine, il già citato acquisto delle due sedi nella capitale (4,4 milioni). Una bella gatta da pelare per il nuovo presidente Frattura che in campagna elettorale aveva varato un grande piano di spending review immobiliare. Che però ha già perso il pezzo pignorato in via Nomentana a Roma.