Pnrr, dall’Ue un altro avvertimento: per Meloni è l’ultima chance, poi basta deroghe

I tecnici Ue inviano un altro avvertimento al governo sul Pnrr: bisogna fare in fretta e poi non ci sarà più spazio a deroghe.

Pnrr, dall’Ue un altro avvertimento: per Meloni è l’ultima chance, poi basta deroghe

I tecnici Ue in missione a Roma avvertono, ancora una volta, il governo Meloni sul Pnrr. Quello di Bruxelles è una sorta di ultimatum: non solo bisogna fare in fretta sulla revisione del Piano, ma è anche l’ultima occasione. Dopo questa trattativa, in sostanza, non ci sarà più spazio per modifiche e deroghe.

Celine Guaer, che guida i tecnici in missione in Italia, l’ha lasciato intendere chiaramente ai sindacati: incontrando Cgil, Cisl e Uil ha raccolto le lamentale di due delle tre sigle (meno della Cisl) che spiegano di non essere tenuti al corrente di come il governo voglia cambiare il Pnrr.

Gli avvertimenti dell’Ue sui ritardi del Pnrr

L’avvertimento dell’Ue, per quanto velato, non lascia dubbi: sui tempi per la revisione del Piano l’Italia deve fare in fretta. Si pretende un rispetto rigoroso sia delle tempistiche che degli obiettivi. E, soprattutto, una volta trovato l’accordo sulle modifiche non si tornerà più indietro: basta deroghe.

Il messaggio dei tecnici di Bruxelles, in fondo, è lo stesso che ripete da tempo il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, secondo il quale si devono rispettare le scadenze e le tabelle di marcia. Tanto da aver già fatto capire che se non si fa in fretta si mettono a rischio anche i fondi da erogare nel 2023.

Non a caso proprio Gentiloni ha detto pubblicamente al governo che bisogna fare molto prima della scadenza formale di fine agosto per la revisione del Piano. Il governo, con la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha detto di volersi prendere tutto il tempo necessario, ma dalla Commissione sono di avviso diverso.

Le modifiche al Piano e la richiesta di un fondo sovrano Ue

Gauer ha sottolineato che “fino ad ora l’Italia ha fatto bene”: un apprezzamento al lavoro dei governi Draghi e Meloni, ma anche una dichiarazione che instilla qualche dubbio, qualche incertezza, su ciò che invece si deve ancora risolvere. Sul Pnrr sicuramente la Commissione non accetterà uno stravolgimento, ma solo piccole modifiche. Per “circostanze eccezionali”, sottolinea Bruxelles.

Per esempio saranno accettate modifiche mirate riguardanti l’aumento dei costi delle materie prime, che hanno cambiato inevitabilmente le carte in tavola. Inoltre non ci sarà, di certo, un allentamento dei controlli. A fine incontro i sindacati non nascondono una certa preoccupazione per i ritardi e le incertezze sulle prossime scadenze.

Intanto a Strasburgo il ministro per i Rapporti con l’Ue, Raffaele Fitto, ha portato avanti un’altra partita, incontrando il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn. Sulla revisione del bilancio europeo 2021-2027, il governo chiede una revisione puntando sull’idea di un fondo sovrano europeo. Magari da finanziare con “maggiore flessibilità delle risorse esistenti”, come racconta la Repubblica. Quindi anche con i soldi del Pnrr e con nuove risorse proprie dell’Ue.