Ponte sullo Stretto, il governo rispolvera Ciucci

Il manager Pietro Ciucci, già presidente dell'Anas, è stato nominato Ad della società. Era già stato a capo della Stretto di Messina.

Ponte sullo Stretto, il governo rispolvera Ciucci

Non si sente solo un novello Brunelleschi Matteo Salvini ma anche un paladino dell’Antimafia. Il Ponte sullo Stretto sarà “la più grande operazione antimafia di questi 50 anni, perché dove c’è lavoro, speranza e fiducia la mafia e la ‘ndrangheta non attecchiscono”, dice il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Salvini definisce il progetto di collegamento tra le due sponde di Sicilia e Calabria come “l’opera più green del secolo”.

Il manager Pietro Ciucci, già presidente dell’Anas, è stato nominato Ad della società. Era già stato a capo della Stretto di Messina

A Messina, a un convegno della Cisl, il ministro taglia il nastro simbolico della Società Ponte dello Stretto. Ma la vera novità non è questa. Ma che il governo abbia resuscitato un vecchio di boiardo di stato come Pietro Ciucci (nella foto), già ad e presidente di Anas e che era stato pure ad della stessa “Stretto di Messina”. L’assemblea dei soci della ricostituita società ha nominato infatti, sempre nella giornata di ieri, il nuovo cda. Amministratore delegato sarà Ciucci e presidente Giuseppe Recchi.

L’era Ciucci all’Anas, cominciata nel 2006, è stata segnata da polemiche feroci sulla gestione della rete viaria italiana, flagellata da continui crolli e da ritardi nei lavori. Polemiche che hanno portato lo stesso Ciucci nel 2015 a rassegnare le dimissioni per non essere cacciato. Il grande boiardo di Stato, peraltro, fu anche indagato per abuso d’ufficio per i ritardi e le anomalie nella costruzione della statale Maglie-Leuca e si ritrovò a difendere la reputazione della società stradale finita sotto la lente dell’Autorità nazionale anticorruzione per la vicenda del crollo del viadotto siciliano Scorciavacche e citata più volte nell’ordinanza dell’inchiesta Sistema, quella che portò all’arresto dell’ex capo struttura di missione delle Infrastrutture Ercole Incalza e alle dimissioni dell’allora ministro Maurizio Lupi.

I magistrati contabili, peraltro, avevano chiesto, come ricorda il Fatto Quotidiano, per Ciucci una condanna milionaria insieme a quattro consiglieri Anas, ma grazie alla prescrizione nessuno ha pagato un centesimo. “Il Ponte di Messina era – ed è – una mera questione di poltrone, potere e propaganda”, commenta la nomina di Ciucci il deputato siciliano Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti. Sul Ponte protestano le opposizioni. Per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, “per Salvini il Ponte sullo stretto sarà green, a prova di mafia e meglio della Cupola di Brunelleschi, insomma ‘Il Ponte dei Miracoli’”.