“Porcherie” sull’accoglienza. A Padova un prefetto alla Buzzi. Si indaga sulla gestione dei migranti: la dirigente avrebbe truccato i dati dei centri

Il “sistema Buzzi” non ha copyright capitolino e così a Padova un prefetto e il suo vice si muovevano nella stessa direzione sull'accoglienza

L’unico vero inimitabile Salvatore Buzzi ha fatto affari sui migranti a Roma. Ma a quanto pare il “sistema Buzzi” non ha copyright capitolino e così a Padova, almeno stando alle intercettazioni pubblicate da Il Mattino di Padova, un prefetto e il suo vice si muovevano nella stessa direzione. “È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare“. Utilizzava questo linguaggio l’ex prefetto, Patrizia Impresa, parlando con il suo vice, Pasquale Aversa. Il dialogo risale al 14 aprile del 2017 ed è stato intercettato dei carabinieri che indagavano sulla gestione dell’accoglienza dei migranti in Veneto da parte della cooperativa Edeco. L’intercettazione è finita nel rapporto conclusivo dell’inchiesta condotta dai militari. Ma non è tutto. “Anche se andiamo a metterli da qualche parte dove non possiamo, qualche cosa la dobbiamo pur fare”, dice l’ex prefetto nell’ottobre 2016 riferendosi in particolare al sovraffollamento del centro di Bagnoli. Che ospitava 900 persone ma Aversa avrebbe ridimensionato quel dato, in vista della visita alla struttura dell’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Il dato di 900 persone di oggi non possiamo darglielo assolutamente”, è un’altra conversazione riportata nell’informativa dei carabinieri al pm Federica Baccaglini. Gli investigatori scrivono che Aversa sottolinea “di voler dire al ministro 850 persone. Aversa dice di sì che ci sta come dato e nemmeno il sindaco di Bagnoli Milan lo sa. Impresa dice al suo vice di ricordarsi che riferirà 850 persone”. I due sarebbero tornati sull’argomento il 27 novembre. “A Bagnoli sono 912”, dice raccomandandosi nuovamente di riferire che il numero è inferiore. C’è da dire, particolare fondamentale, che ad oggi l’ex prefetto Impresa non è indagata. Anzi: poche settimane fa il Viminale l’ha promossa al vertice della prefettura di Bologna. Aversa, che era delegato ad occuparsi dell’accoglienza dei migranti, è invece coinvolto nell’inchiesta: è sospettato di aver fornito informazioni riservate alla Edeco, la cooperativa al centro dell’inchiesta. Dopo essere stato rimosso dalla prefettura padovana è stato nominato commissario di Gioia Tauro, comune sciolto per infilitrazioni mafiose. Nomina dalla quale il Quirinale si è dissociato con una nota, scaricando praticamente la scelta su Matteo Salvini.

Pigliatutto – L’inchiesta della procura di Padova sull’accoglienza in Veneto riguarda soprattutto la cooperativa Edeco. È una di quelle cooperative che hanno lucrato sull’accoglienza dei migranti. Soprannominata la “coop pigliatutto dell’accoglienza”, gestisce, tra gli altri, i Cpt di Bagnoli e Cona. Tra gli indagati ci sono la funzionaria della Prefettura Tiziana Quintario, e i capi della Edeco, Simone Borile, Sara Felpatti e Gaetano Battocchio. Il primo è un ex consigliere provinciale del Pdl, che si è poi avvicinato al Ncd. Salvini per ora ha scaricato le colpe sulla cattiva gestione dei migranti ad opera del precedente Governo, ma le opposizioni, da sinistra a destra, chiedono che venga rimosso il prefetto. Vedremo cosa accadrà.