Post contro la Germania, bufera social su Lannutti. Il grillino: tedeschi nipotini di Hitler. E i suoi colleghi si dissociano

Dopo ripetuti attacchi da parte del fronte nordista dell’Ue, capeggiato dalla Germania, ci sta che qualcuno dia in escandescenze. Tra chi si è fatto prendere la mano c’è senza dubbio il senatore grillino Elio Lannutti, non nuovo ad uscite tutt’altro che politically correct, che ieri, creando non poco imbarazzo al Movimento 5 Stelle, ha valicato il confine tra una critica sacrosanta e l’offesa gratuita. Ieri il parlamentare, commentando un articolo di Famiglia cristiana, ha scritto su Facebook un pesantissimo post nei confronti della Germania sul tema della solidarietà europea per l’emergenza coronavirus: “L’offerta della Merkel, sant’Angela Patrona d’Europa? Su la testa: abbiamo subito fin troppo i diktat dei nipotini di Hitler e degli stati canaglia suoi complici!”.

Un’uscita a dir poco infelice, nonostante sia stata causata dalla fermezza con cui Berlino boicotta i tentativi di avere un’Europa solidale, contro cui si sono scagliati tutti i partiti italiani, M5S in primis che non intende far passare messaggi di intolleranza e odio. Polemiche furibonde che hanno colpito nel segno il senatore il quale, senza indugi e probabilmente comprendendo di essersi fatto prendere la mano ha modificato il post sostituendo la frase “diktat dei nipotini di Hitler” con un più soft “diktat della Germania”. Una mossa dovuta che, comunque, non lo ha messo al riparo dalle critiche che, per svariate ore, hanno monopolizzato l’agenda politica italiana.

DIFFERENZA DI STILE. Tra i primi decisi a prendere le distanze dall’uscita fuori luogo e di cattivo gusto, per giunta scritta nel pieno delle trattative in Europa sugli aiuti economici per fronteggiare la pandemia da Covid-19, è stato il Movimento 5 Stelle. Nella nota ufficiale si legge che “il M5s”, “prende nettamente le distanze dalle affermazioni offensive del senatore Lannutti”. “La Germania è e resta un Paese amico che con noi fa parte della grande famiglia europea. Eventuali divergenze o punti di vista diversi sono normali, nell’ambito della democratica dialettica politica europea, e non giustificano in alcun modo parole di una tale gravità” conclude la nota che dimostra a tutti, con i fatti, la differenza che esiste tra il Movimento, capace di richiamare all’ordine un proprio iscritto, e Angela Merkel che quando la Commerzbank ha invitato i tedeschi a vendere i titoli di debito italiani, causando un terremoto finanziario su Piazza Affari, non ha detto nemmeno una parola.

RECIDIVO. Non è la prima volta che Lannutti imbarazza il suo stesso partito. Un anno fa un altro scivolone, sempre a mezzo social, gli costò addirittura un’indagine per diffamazione. In quell’occasione rilanciò il falso storico sui “Protocolli dei Savi di Sion”, attribuendo agli ebrei un complotto per sottomettere il mondo con la massoneria. Un post per il quale, ieri come oggi, le diverse forze politiche ne hanno chiesto le dimissioni e che convinsero il senatore a fare marcia indietro e scusarsi. Ma per il senatore non ci sono stati solo scivoloni sui social. A dicembre scorso, Lannutti era in lizza per la poltrona di presidente della commissione d’inchiesta sulle banche. Tuttavia la sua candidatura saltò e gli venne preferita la grillina Carla Ruocco perché emerse che il figlio lavorava nell’Ufficio Enti della sede romana della Banca Popolare di Bari, istituto in crisi al centro di un salvataggio da parte dello Stato.